ADDIO PER BORIS ELTSIN: AMICO DELL’OCCIDENTE, ARCHIVIO’ L’U.R.S.S. PER LA DEMOCRAZIA

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fishseddy.com senza-nome.bmp Il 23 aprile 2007, a 76 anni, il malandato cuore di Boris Eltsin è stato stroncato da un infarto. Come scrive il Corriere della Sera di martedì 24 aprile 2007 (pag.2), fra le molte cose che separavano Gorbaciov da Boris Eltsin vi era, da ultimo, anche il giudizio morale e politico sull’attuale presidente russo: Vladimir Putin. Gorbaciov appoggia Putin incondizionatamente, sostenendo, in puro stile vetero-comunista, che anche le recenti manifestazioni di piazza contro l’autoritarismo espresso dal leader del Cremlino siano ” manovrate dall’esterno“. Per Boris Eltsin, invece, la libertà e la democrazia continuavano ad essere valori assoluti.

Nell’agosto 1991, in una condizione di catastrofica situazione economica, i comunisti azzardarono l’estremo tentativo di un colpo di Stato, che fallì miseramente per la resistenza popolare opposta a Mosca e guidata fermamente proprio da Eltsin. Tale evento rafforzò la sua immagine a discapito di un Gorbaciov sempre più emarginato ed accusato di aver lasciato la porta aperta al ritorno dei compagni del PCUS. Ma il partito comunista era giunto al capolinea: v enn e messo al bando e i suoi beni confiscati. Il progetto di Gorbaciov di salvare l’URSS riformandola dall’interno del partito era fallito.

La migliore testimonianza delle convinzioni democratiche di Boris Eltsin, nonostante ovviamente i molti errori commessi nel corso della sua carriera, può venire dal suo modo di porsi nei confronti della crisi della ex Jugoslavia. Boris Eltsin e il gruppo di liberal-democratici che lo affiancarono negli anni ’90 perseguivano una politica legata al bilanciamento degli interessi con gli Stati Uniti e con l’Europa, al di fuori cioè di ogni logica di contrapposizione frontale. Tale politica di apertura e di dialogo con l’Occidente, anche su una questione tanto delicata e cara alla coscienza nazionale russa come la protezione degli interessi slavi nell’Europa orientale, costò loro non poche rinunce e sacrifici, anche in termini di immagine interna. Quegli anni ’90, anni di transizione politica ed economica ad elevatissimo rischio, sono ormai ben lontani dalla nuova realtà che il presidente Vladimir Putin è invece andato costruendo. Così al decennio di Borsi Eltsin ha fatto seguito il decennio di Vladimir Putin, che oggettivamente ha rilanciato la Russia sulla scena internazionale, ma in uno spirito di confronto attivo con gli Stati Uniti, in una prospettiva che nell’immediato futuro potrebbe essere ispirata ad una nuova strisciante guerra fredda. Troppe cose sono mutate; ma è comunque difficile immaginare che l’ex funzionario del KGB, oggi padrone incontrastato a Mosca, avrebbe acconsentito a tutto ciò che invece Eltsin, qualche volta forse a malincuore, fu disposto ad accettare nella gestione della crisi jugoslava. Se Boris Eltsin non avesse dimostrato quella capacità, nonostante la forte opposizione interna che sempre ha tentato di boicottarne il percorso politico, probabilmente non si sarebbero mai raggiunti quei livelli di integrazione fra la Russia e la NATO cui già da anni abbiamo imparato ad assistere. E, soprattutto, nonostante i problemi ancora sul tappeto, il cammino dei Paesi della ex Jugoslavia sulla strada della democrazia e dell’indipendenza sarebbe stato più lento e faticoso.

La gente di Mosca partecipando in massa ai funerali di Boris Eltsin ha compreso il valore di quest’uomo, pur con tutte le sue

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1 commento

  1. […] La folla ai funerali (Roberto Cavallo)"La gente di Mosca partecipando in massa ai funerali di Boris Eltsin ha compreso il valore di quest’uomo, pur con tutte le sue contraddizioni. Almeno in 30.000 hanno fatto pazientemente la fila per ore, anche nella notte, per deporre fiori accanto al feretro esposto nella cattedrale del Cristo Salvatore: l’addio a Boris Eltsin, a giudicare dai commenti raccolti fra la folla, si è trasformato in un’occasione di conta della società civile e democratica del Paese, in una sorta di contrapposizione fra un eroe della libertà, come i più hanno definito il defunto, e l’attuale inquilino del Cremlino, l’autoritario Vladimir Putin. […]

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