BEATO CARLO D’ASBURGO: MODELLO DI LAICO CRISTIANO IN POLITICA (di Vincenzo Pitotti)

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300px-Erzherzog_Thronfolger_Karl_Franz_JosefMolte volte sentiamo ripetere da più parti che la politica è una cosa sporca, un ambiente dal quale tenersi lontani in quanto insudicia chi la frequenta. Il Magistero della Chiesa ha smentito questo errato luogo comune, insegnando che si può div entar e santi anche impegnandosi in politica, e sovente ci ricorda quanto sia invece indispensabile la coerenza tra fede e impegno politico.

Il Papa Benedetto XVI lo ha ricordato ultimamente sia lo scorso 6 settembre – durante l’omelia pronunciata nella valle Faul di Viterbo – che in occasione del suo viaggio apostolico nella Repubblica Ceca. Il giorno 28 settembre, durante l’omelia della Messa celebrata a St arà Boleslav, nella ricorrenza liturgica di S. Venceslao patrono della nazione, ha detto: “(…) C’è bisogno di persone che siano credenti e credibili, pronte a diffondere in ogni ambito della società quei principi e ideali cristiani ai quali si ispira la loro azione. (Essi) non devono guardare al loro interesse egoistico, bensì al bene comune.”

La Chiesa venera, tra le schiere dei Santi, uomini e donne che con il loro generoso impegno, profuso nelle attività politiche e di governo, hanno dato gloria a Dio e servito il prossimo. Ne ricordiamo solo alcuni: S. Luigi IX re dei francesi, S. Enrico Imperatore, S. Stefano re d’Ungheria, S. Margherita regina di Scozia, S. Elisabetta regina del Portogallo, S. Tommaso Moro, proclamato patrono di governanti e politici e, non ultimo, il Beato Carlo I d’Asburgo ultimo imperatore d’Austria e Re d’Ungheria, elevato agli onori degli altari il 3 ottobre del 2004 dal compianto Pontefice Giovanni Paolo II.

La Chiesa ne fa memoria il 21 ottobre, giorno delle sue nozze (celebrate nel 1911) con la principessa Zita di Borbone-Parma (1892-1989), dalla quale ebbe otto figli.

Alla morte dell’Imperatore Francesco Giuseppe (1830-1916), suo prozio, Carlo ascese al trono imperiale, all’età di ventinove anni, e nel dicembre 1916 fu incoronato a Budapest re apostolico d’Ungheria, con la corona di S. Stefano. Regnò due soli anni, durante il sanguinoso e terribile periodo della Prima Guerra Mondiale.

Da uomo di pace qual era, cercò in diversi modi di porre fine al conflitto, definito dal Papa Benedetto XV (1914-1922) inutile strage e suicidio dell’Europa civile.

In un proclama indirizzato ai suoi popoli prima dell’incoronazione, l’imperatore scrisse: “(…) Intendo fare tutto il possibile per bandire, nel più breve tempo, gli orrori e i sacrifici della guerra e restituire ai miei popoli le benedizioni della pace.”

In politica interna pose mano ad un ampia ed esemplare legislazione sociale, ispirata alla Dottrina Sociale della Chiesa, e cercò di riorganizzare l’impero secondo un modello federalista.

Durante gli ultimi mesi di guerra, di fronte alle sempre più drammatiche difficoltà di approvvigionamento, il Beato Carlo si prodigò in tutti i modi per alleviare le sofferenze del suo popolo, in particolare organizzò cucine da campo, impiegò i cavalli di guerra per il rifornimento del carbone a Vienna, combatté senza mezzi termini corruzione e usura, donando ed elargendo più di quanto gli permettevano i suoi mezzi.

Oltre ad esser stato esemplare uomo politico, che con la sua azione dimostrò come si possano concretamente trasfondere i principi cristiani in ogni ambito della propria vita, anche in campo politico, Carlo fu un amorevole e fedele marito, nonché premuroso padre di otto figli, che egli educò costantemente e personalmente, nonostante i numerosi impegni militari e politici, che lo costringevano a stare lontano da loro.

Il Beato Carlo aveva un’altissima opinione della santità del matrimonio, non solo quale sacramento che istituisce la famiglia, ma anche quale strumento di perfezione personale e comunitaria. Qualche anno dopo la morte del marito, l’imperatrice Zita, di recente proclamata serva di Dio, ebbe a dire: “Con l’imperatore Carlo condividevamo tutto, gioie e dolori, timori e preoccupazioni, speranza e felicità. I duri colpi ci ferivano insieme, li sopportavamo in due”. E, in un’altra occasione: “Durante il nostro periodo di fidanzamento egli mi disse una volta: noi ora dobbiamo aiutarci vicendevolmente ad andare in Paradiso. Per lui questo proposito era assolutamente serio.”

Giovanni Paolo II, nell’omelia tenuta durante la concelebrazione eucaristica per la beatificazione, disse: “Fin dall’inizio, l’Imperatore Carlo concepì la sua carica come servizio santo ai suoi popoli. La sua principale preoccupazione era di seguire la vocazione del cristiano alla santità anche nella sua azione politica. Sia un esempio per noi tutti, soprattutto per quelli che oggi hanno in Europa la responsabilità politica!”

I numerosi fatti ed episodi della sua vita sono stati raccolti nei due volumi della Positio super virtutibus da cui si deduce che, sulla via della santità, non è stato ostacolato dal ruolo pubblico che ricopriva, anzi si è santificato proprio perché svolse bene il gravoso e difficile compito di imperatore. All’Occidente, e in particolare all’Europa di oggi, in profonda crisi di identità per avere reciso le radici cristiane sulle quali è stata fondata, Santa Romana Chiesa propone il Beato Carlo quale autentico operatore di pace, fulgido esempio di uomo politico che si batté per la giustizia e l’armonia tra i popoli, e cercò in ogni modo di trasfondere, con ammirabile coerenza, i principi cristiani nelle leggi e nelle decisioni politiche.

Dopo una serie di vicissitudini e di continui scontri con l’intransigenza degli ambienti politici laicisti di quel tempo, che già prima della guerra avevano deciso l’annientamento della monarchia austro-ungarica, il Beato Carlo calunniato, tradito e sconfitto, fu costretto all’esilio  dalle potenze vincitrici insieme alla sua famiglia, dapprima in Svizzera e in seguito nell’isola atlantica di Madera (Portogallo). Ridotto in povertà e costretto a vivere in un ambiente malsano e umido, si ammalò gravemente di polmonite. Dopo una lunga serie di patimenti e sofferenze, sopportati senza lamenti e accettati come sacrificio per la pace e l’unità dei popoli, fra le braccia della moglie e lo sguardo rivolto al Santissimo Sacramento, si spense il 1° aprile 1922 a soli trentaquattro anni.

1 commento

  1. LA MERAVIGLIOSA VITA DI QUESTO BEATO SERVA D’ESEMPIO AL MONDO COSì VOTATO ALLA CORRUZIONE POLITICA NEL CONTESTO CRISTIANO EUROPEO CHE VA MAN MANO DISGREGANDOSI.
    POCHE E MAI SUFFICENTI LE COFERENZE PER TALI PERSONAGGI CHE PUR GODENDO DI POSIZIONI ELEVATE HANNO SAPUTO CONDIVIDERE IL CAMMINO CON CRISTO.

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