BENEDETTO XVI: LA LIBERTA’ RELIGIOSA DERIVA DAL DIRITTO NATURALE

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In occasione del recente viaggio del Papa in Libano (dal 14 al 16 settembre 2012), riportiamo uno stralcio del commento che il Prof. Massimo Introvigne, sociologo delle religioni, ha pubblicato sul sito “www.comunitambrosiana.org”:

“…Certamente l’esortazione apostolica (Ecclesia in Medio Oriente, n.d.r.) riafferma nei termini più decisi il diritto dei cristiani medio-orientali alla piena libertà religiosa e civile. «I cattolici del Medio Oriente, che in maggior parte sono cittadini nativi del loro paese, hanno il dovere e il diritto di partecipare pienamente alla vita della nazione, lavorando alla costruzione della loro patria. Devono godere di piena cittadinanza e non essere trattati come cittadini o credenti inferiori»[34]. La questione della libertà religiosa, che tanto sta a cuore a Benedetto XVI, assume però in Medio Oriente profili particolarmente delicati.

Talora i musulmani affermano che quello alla libertà religiosa è un diritto intrinsecamente occidentale o cristiano, che non potrebbe trovare posto in un contesto islamico storicamente e strutturalmente diverso. Il Papa risponde che, certo, «i cristiani riservano particolare attenzione ai diritti fondamentali della persona umana. Affermare tuttavia che questi diritti non sono che diritti cristiani dell’uomo non è giusto. Sono semplicemente diritti connessi alla dignità di ogni persona umana e di ogni cittadino, a prescindere dalle origini, dalle convinzioni religiose e dalle scelte politiche»[35]. La libertà religiosa è un elemento di diritto naturale, che come tale s’impone a tutti gli uomini dotati di retta ragione a prescindere dalla loro affiliazione religiosa.

È anche sbagliato considerare la libertà religiosa solo una libertà fra tante altre. «La libertà religiosa è il culmine di tutte le libertà. È un diritto sacro e inalienabile»[36]. E la libertà religiosa non si riduce solo alla libertà di celebrare il culto chiusi nelle proprie chiese, secondo un equivoco frequente in certi ambienti musulmani del Medio Oriente. «Comporta sia la libertà individuale e collettiva di seguire la propria coscienza in materia religiosa, sia la libertà di culto. Include la libertà di scegliere la religione che si crede essere vera e di manifestare pubblicamente la propria credenza»[37]. Concretamente, «deve essere possibile professare e manifestare liberamente la propria religione e i suoi simboli, senza mettere in pericolo la propria vita e la propria libertà personale»[38]. La costrizione in materia di religione, «che può assumere forme molteplici e insidiose sul piano personale e sociale, culturale, amministrativo e politico, è contraria alla volontà di Dio. Essa è una fonte di strumentalizzazione politico-religiosa, di discriminazione e di violenza che può condurre alla morte»[39]. A chi giustifica il terrorismo Benedetto XVI ricorda che «Dio vuole la vita, non la morte. Egli proibisce l’omicidio, anche quello dell’omicida»[40].”

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