BOLOGNA (di David Taglieri)

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Bologna. Chiesa di San Petronio: la facciata
Bologna. Chiesa di San Petronio: la facciata

Bologna è una finestra d’Italia su arte, sapori e genuinità.

Città climaticamente fredda, fa i conti con il paradosso di essere invece molto accogliente e solare; i portici accompagnano il turista, l’abitante e chiunque decide di concedersi delle passeggiate fra il vento, il sole e la pioggerellina, che ogni tanto si fa viva.

Il cielo tuttavia si ritempra ed è uno spettacolo per chi lo mira.

Viali lunghi, ben tenuti e frequentati conducono a piazze principalmente di forma quadrata che danno la sensazione di sicurezza a chi vi si appropinqua e regalano occhiate su dintorni indimenticabili.

Il nucleo fondamentale della storia e della vita attuale del capoluogo emiliano è Piazza Maggiore, spesso riconosciuta anche come piazza Grande (basta ricordare alcuni frammenti dei brani dell’intramontabile Lucio Dalla); la piazza sorse fra il 1200 ed il 1203, con la nascita dei Comuni.

Dominano i colori arancione e marrone che creano uno splendido concerto di tonalità, e danno la sensazione  di trovarsi in un borgo dalle dimensione più ampie; il tutto accompagnato dal benaugurante suono delle campane.

Il valore aggiunto della realtà urbana è una antichità che sfida il tempo, una tradizione che  non cede ai ricatti della modernità, una pulizia che la rende dignitosa e fiera.

Anche a livello di sapori si trovano solo trattorie e ristoranti locali, bolognesi, identitari, dove la gentilezza si sposa con la classe ed il savoir faire (spesso le nostre città d’arte -specie nel centro- sono invase da ristoranti turisitici e/o da attività straniere).

Negozietti tipici,  sinonimo di artigianato locale e di volontà di conservare, inventare, reinventare.

Anche questo, tutto questo è Bologna; e certo non è poco visto che anche le vecchie e piccole realtà urbane stanno cedendo ai diktat della globalizzazione.

A Bologna la mentalità è aperta e disponibile, ma le tradizioni si rispettano: ci mancherebbe altro…

Come la vediamo oggi, Piazza Grande,  è fedele alla ricostruzione definitiva del 1400. Si cammina con sicurezza e il connubio spazio-monumentalità trasmette  curiosità e sensazione di ampiezza.

È tutto un alternarsi fra stradine, vicoli che meritano una fotografia e grandi spazi caratterizzati da corsi e piazze; e sullo sfondo, laggiù, sorridono trionfanti i colli bolognesi.

Al nord della piazza vi è Palazzo Podestà, con la facciata tutta rinascimentale; vicino al palazzo  ci ‘saluta’ e ci invita a scoprire le attrazioni bolognesi la fontana del Nettuno, realizzata dal Giambologna.

Sempre fra le braccia di Piazza Maggiore, la Chiesa dei bolognesi è San Petronio, quinto tempio al mondo per quanto riguarda le dimensioni. Il complesso è dedicato a San Petronio, che avrebbe, secondo la leggenda, definito il perimetro urbano con quattro croci. I bolognesi sono molto devoti al loro santo; c’è da dire che l’architettura pur essendo imponente non è pesante, e va di pari passo con le varietà di toni e con le combinazioni pittoriche che danno all’edificio bellezza e splendore. La Chiesa da appunto una sensazione di apertura,  con navate ampie: il crocifisso all’Altare ci comunica  sontuosità e semplicità.

Non si può non segnalare la Cappella opera di Giovanni da Modena, una gioia per gli occhi. Su una parete l’ispirazione è quella dantesca infernale, con i colori che giocano con gli stati della mente e con le gesta e i difetti dei personaggi: particolare introspezione psicologica e propensione all’analisi dei comportamenti. C’è ad esempio Lucifero incatenato alla roccia, figura feroce e insinuante al medesimo tempo, asessuata ed  incapace di dare vita; e poi la raffigurazione degli invidiosi e dell’Inferno di chi si distrugge con le proprie mani  e i propri pensieri. Sulla parete opposta, quasi a contrasto,  tutta una serie di immagini esotiche, il ciclo dei Magi con i richiami simbolici e la ricerca del Cristo, il Signore Unico, con le disquisizioni artistico filosofiche che ne derivano.

Tanti influssi dal Medioevo: i colori, le geometrie, gli intenti e le intenzioni; la sacralità con l’accostamento dell’azzurro, azzurro cielo, azzurro Grandezza.

Merita senza dubbio una visita l’Archiginnasio, dove nacque l’Università bolognese prestigiosa e preziosa; il palazzo fu commissionato da Papa Pio IV ad Antonio Morandi per riunire le scuole dei Legisti e quella degli Artisti; si viaggia fra gli antichi archivi, le rappresentazioni iconografiche ed il fascino monumentale degli spazi considerati. Per chi ama libri, biblioteche, archivi, o comunque antichità, l’università è un appuntamento imperdibile con la cultura.

È piacevole gironzolare anche per il quartiere universitario, giovanile, con locali, negozietti tipici, osterie; e poi i tetti rossi che sembrano dialogare  con le torri che li guardano dall’alto.

Bologna città della musica con le note dei suoi grandi cantautori che risuonano fra i borghi, controllata dal suo cielo azzurro, esaltata dal dinamismo del centro.

La panoramica sopra San Petronio, ad esempio, fa da binocolo sui particolari, e lì è trionfo del connubio fra architettura e paesaggio, con i colli bolognesi che ti scrutano.

La bellezza di Bologna eleva e invita all’esplorazione di un territorio che è tradizione che si fa vita e coesiste con la modernità.

Abbiamo scattato una piccola fotografia. Per ammirarla bene è necessario viverla con le proprie gambe e con la propria mente.

1 commento

  1. E’ sempre piacevole leggere le tue note; di Bologna non hai trascurato gli elementi essenziali, arricchendoli con le tue garbate metafore. Ho visitato Bologna per lavoro in tempi non recenti, ma la tua descrizione in un attimo mi ci ha catapultato con tutta la chiarezza di immagini ben messe a fuoco. Ciao

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