C’E’ ANCORA TEMPO PER FERMARE IL DISEGNO DI LEGGE SCALFAROTTO? (di Marco Invernizzi)

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manif-pour-tous-italiaSembra proprio che domani, mercoledì 9 aprile, riprenderà in Senato l’iter del disegno di legge Scalfarotto sull’omofobia, con il quale si vuole introdurre il reato di opinione per chi volesse affermare che il matrimonio esiste solo fra un uomo e una donna e che ogni bambino ha bisogno di un padre e di una mamma.

Sono passati soltanto alcuni mesi da quando Alleanza Cattolica presentò il Manifesto in cinque punti che denunciava il carattere liberticida del disegno di legge e spiegava come lo stesso Scalfarotto avesse spiegato come il suo ddl fosse semplicemente la premessa alla legalizzazione delle unioni civili fra persone dello stesso sesso, a loro volta premessa del “matrimonio” gay e delle adozioni di bambini da parte di coppie omosessuali. Poi è venuto l’incidente di Casale Monferrato, dove militanti lgbt hanno impedito lo svolgimento di un convegno sul tema dell’ideologia di genere dimostrando così la loro volontà di impedire con violenza l’espressione di opinioni a loro contrarie. Una volontà confermata dal rifiuto di fare parlare alla televisione di Stato il vicepresidente dei giuristi cattolici, Giancarlo Cerrelli, dopo che era stato invitato. Nel frattempo, però, erano partite le veglie delle Sentinelle in Piedi e si erano moltiplicati i convegni promossi da Alleanza Cattolica e da altre associazioni e movimenti, mentre una pattuglia di deputati, pochi e coraggiosi, avevano sfidato l’impopolarità denunciando alla Camera il tentativo di far passare il ddl nel mese di agosto, in seduta notturna, quasi che fosse un’emergenza inderogabile per il futuro di un Paese colpito dalla più grande crisi economica del dopoguerra. Così, il movimento lgbt e tutti i “poteri forti” che lo sostengono si trovarono costretti a prendere atto che un’opposizione ai loro progetti si stava risvegliando, lentamente ma realmente.

Oggi, non passa giorno che una scuola, una parrocchia, un centro culturale si renda conto della portata liberticida di questo disegno di legge. Le veglie delle Sentinelle in Piedi aumentano di numero e di partecipanti. Avremmo bisogno di tempo, ma forse il tempo sta scadendo. Se qualcuno può fare qualcosa per fermare il ddl lo deve fare adesso. Se nel governo esiste una forza politica che non è d’accordo su questo ddl, il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano, è adesso che deve porre delle condizioni ai partner di governo. La moratoria sui temi etici non può essere uno slogan che nel momento in cui dovrebbe essere concretizzato viene rimesso nel cassetto. Qualcuno risponde a questa osservazione che non esistono soltanto i temi etici e che il bene comune di un Paese è composto da molti e diversi aspetti. Tutto verissimo. Però adesso sta ripartendo una legge che non va a toccare soltanto un tema centrale, il matrimonio che fonda la famiglia, ma che quando venisse approvata verrebbe a ledere la libertà di espressione. Non a caso il progetto di legge sull’omofobia era stato dichiarato incostituzionale per ben due volte nella precedente legislatura.

Il mondo delle associazioni ha messo in campo quello che può. Ha inventato in Italia uno stile di protesta particolarmente adatto all’epoca nella quale viviamo, “liquida” e dominata dal pensiero debole e relativista: le Sentinelle in Piedi vegliano in silenzio e lasciano parlare la realtà, sperando che possa essere ascoltata da molti sovrastando le parole ideologiche e politicamente corrette di coloro che la realtà disprezzano. I convegni, le conferenze aumentano. Ma quando il disegno di legge comincia a essere discusso in Senato, bisogna che i senatori che credono nella centralità della famiglia e che hanno a cuore la libertà di espressione facciano un passo avanti e ci mettano la faccia. Che lo facciano i partiti come tali, al governo e all’opposizione, o che lo facciano i singoli senatori, o entrambi, poco importa, la cosa necessaria è che chi ha compreso la portata liberticida di questa legge lo dica adesso, pubblicamente, per dimostrare alle migliaia di persone che sono scese in piazza a vegliare in questi mesi o che hanno partecipato a conferenze e convegni che non sono sole e che i problemi dell’Italia non si risolvono soltanto abolendo il Senato o riducendo gli stipendi dei dirigenti pubblici, ma mettendo la famiglia al centro dell’iniziativa politica, anzitutto difendendone le caratteristiche naturali.

Tutto questo ha un prezzo, naturalmente. Prendere posizione oggi significa andare contro il potere del mondo lgbt, così radicato nelle redazioni dei giornali e delle tv, nelle stesse aziende come dimostra il caso Barilla e quello di Brendan Eich, l’amministratore delegato di Mozilla costretto a dimettersi per avere contribuito con mille dollari alla campagna in difesa del matrimonio naturale in California in occasione del referendum nel 2008, peraltro votato dalla maggioranza dei californiani. Un potere subdolo e violento, segnato dall’odio contro tutto ciò che è secondo natura.

In compenso, chi avrà questo coraggio, troverà il sostegno sincero di elettori disorientati, orfani di ogni rappresentanza politica, coraggiosi e disposti a fare dei sacrifici per qualcosa di nobile. Sono le persone che abbiamo incontrato nelle sere dell’inverno appena passato, e che sono ancora disponibili a donare generosamente per qualcosa di grande il loro tempo e il loro entusiasmo, oltre che il loro voto.

 (Titolo e immagine a cura della redazione)

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