GRAZIE MEDIO EVO (di Claudio Tescari)

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Ospedale

Roma conserva poche testimonianze medioevali: diverse torri, qualche Chiesa romanica, poche case, un paio di vicoli in Trastevere. La storia che si insegna nelle scuole ci ha lasciato l’impressione che il Medio Evo sia stato un’epoca barbarica, con una diffusa ignoranza (Carlo Magno sapeva a mala pena scrivere il suo nome), ricca di superstizioni e strane credenze a base di draghi, streghe, indemoniati e Santi filosofi. Un termine abusato è quello di “secoli bui”. Per noi che viviamo già nel terzo millennio poco o nulla ci lega al Medio Evo, apparentemente un periodo storico da ricordare solo grazie alla spettacolarità di film che si riallacciano ai miti della magia e della cavalleria.

Eppure qualcosa del Medio Evo ce lo portiamo tutti addosso; le mutande ad esempio sono state inventate e adottate da nobili e mercanti a partire dal XIII secolo. I pantaloni, come noi li conosciamo, li indossavano già i “barbari” germani. Questo caldo e comodo indumento si è evoluto nel tempo fino alle coloratissime calzamaglie usate dal 1300 in poi. Alle calzamaglie poi vennero fissate delle suole, in modo che funzionassero anche da scarpe ed è per questo che il riparatore di calzature si dice calzolaio. I bottoni comparvero nel XIII secolo, inizialmente come ornamento ed erano di materiali preziosi (principalmente di corallo), tanto che erano i gioiellieri a vendere i bottoni. Solo qualche decennio più tardi vennero utilizzati per allacciare gli indumenti, influendo sulla moda maschile e femminile che poteva realizzare abiti più aderenti alla figura e dotarli di maniche intercambiabili, cioè sbottonabili.
Le maniche , appunto, sono frutto dell’ingegno medievale e venivano confezionate indipendentemente dal vestito e furono oggetto –separate dall’abito- di regalo o di destinazione testamentaria. Per questo si dice ancora oggi è “tutto un altro paio di maniche”.
I guanti furono anch’essi un’invenzione medioevale, come l’orologio meccanico (a scappamento) e gli occhiali da vista.
Il libro rilegato, fatto di pagine da sfogliare, sin dall’Alto medioevo sostituì il volumen arrotolato dei Romani. Dal papiro si passò alla
pergamena e quindi alla carta che i cartai personalizzarono con l’introduzione della filigrana.
Ancora dai “barbari” è stato adottato, sin dall’inizio del Medio Evo, l’uso di mangiare seduti anziché sdraiati sui letti triclinari come gli antichi. Dopo altri sei secoli, la forchetta ha fatto la sua comparsa sulle tavole dei banchetti medioevali e persino la pasta ha fatto in tempo ad essere inventata prima della scoperta dell’America.
La cavalleria pesante fu il punto di forza degli eserciti nell’età di mezzo, perché l’uso della staffa , ignota agli antichi, rese più stabile sulla sella il cavaliere chiuso nella pesante corazza così che con gli speroni spronava il cavallo in irresistibili cariche. Anche gli zoccoli del destriero, dal XI secolo, vennero protetti con i ferri di cavallo, che erano tanto costosi quanto scarso era il ferro all’epoca. Trovare un ferro di cavallo era una fortuna allora ed è un portafortuna tutt’ora.
L’invenzione dei mulini, sia ad acqua che a vento, ma anche della carriola, del camino o del sapone hanno sensibilmente migliorato la qualità della vita nel Medio Evo. L’importazione dalla Persia del gioco degli scacchi, la creazione dei Tarocchi e quindi delle carte da gioco, mostrano come anche nei secoli “bui” ci si voleva e sapeva divertire; per non parlare dei bagni pubblici (le cosiddette stufe ) nelle cui vasche si lavavano insieme uomini e donne, ma questo lo facevano pure i Romani!
Va imputato al Medio Evo il sorgere degli ospedali e delle banche, l’invenzione della cambiale e dell’assicurazione e la professione di notaio.
Ma tra tutto ciò che abbiamo ereditato dai dieci secoli dell’età di mezzo, qualcuno di noi avrebbe forse fatto volentieri a meno della cambiale…

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