“MUNDUS FURIOSUS”

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Mundus furiosus” è il titolo dell’ultimo libro (Mondadori, 2016) di Giulio Tremonti, professore universitario e senatore della Repubblica, già ministro dell’Economia di tutti i governi del Centrodestra dal 1994 a oggi.

Al cospetto dell’Autore, il libro è stato presentato a Lecce l’11 marzo scorso, nel corso dell’incontro organizzato da Alleanza Cattolica e dal Centro Studi Rosario Livatino sul tema: “Ragioni dei Popoli. Riscatto degli Stati. Brexit, Trump, Immigrazione, Globalizzazione, Dis-unione europea“.

Dopo l’introduzione di Alfredo Mantovano, dirigente di Alleanza Cattolica e Vicepresidente del Centro Studi Livatino, ha portato i suoi saluti alle autorità e al numerosissimo pubblico affluito (circa 600 persone) il Sindaco di Lecce Paolo Perrone. Ha quindi preso la parola il Consigliere alla Regione Puglia Andrea Caroppo, che, alla luce del proprio percorso politico, ha voluto sottolineare il profondo legame umano e culturale che stringe chi, come Alleanza Cattolica, svolge riflessione politica alla luce del Magistero della Chiesa e chi quelle riflessioni e quei criteri di discernimento si sforza poi di applicarli direttamente nel contesto istituzionale.

Furiosus” – ha spiegato Tremonti nel corso della sua relazione – è il “mundus” attuale di fronte alla crisi finanziaria, alle speculazioni che erodono i risparmi, alle grandi migrazioni, ai conflitti sparsi per il globo, ai mercati senza regole, alla rete che erode le basi della democrazia e delle gerarchie naturali.

Furiosus” perché assiste alle scelte dissennate delle classi dirigenti nazionali ed europee, che accentuano – invece che risolvere – i problemi: dal bail-in (salva banche a carico di correntisti e obbligazionisti) al blocco dei profughi e non dei terroristi. Sono le stesse classi dirigenti che poi si sorprendono, non cogliendone le cause, di fronte al voto della Brexit, o all’elezione di Trump o al No per il referendum in Italia.

Come nel libro, il Sen. Tremonti non si è limitato alla pur necessaria analisi, ma elabora proposte per uscire dalla crisi, primo fra tutti il ritorno dell’Europa al pensiero originario dei Trattati istitutivi, che prevedevano una forma di unione su base confederale, che facesse dunque salva la sovranità nazionale. Non a caso i sei capi di governo e di Stato che firmarono i Trattati di Roma erano “sovranisti”, nel senso che credevano nella funzione decisiva dello Stato nazionale nella gestone dei rapporti internazionali.

Una sovranità che, nello specifico, oggi dev’essere recuperata soprattutto nel campo della potestà normativa, dove purtroppo si assiste ad una vera ipertrofia di leggi, regolamenti e direttive (151 chilometri lineari di regole scritte nella Gazzetta Ufficiale europea), fino ad interessarsi anche di aspetti minuti, come per esempio la disciplina in materia di caseifici e di rosmarino…

Nel corso del lungo e vivace dibattito susseguente alla relazione, il Sen. Giulio Tremonti ha invitato a vincere la rassegnazione e a guardare al futuro non solo con preoccupazione, ma pure con speranza, perché, al di là degli enormi apparati finanziari e propagandistici a disposizione dei “poteri forti”, i Popoli – a volte del tutto inaspettatamente – riescono a far emergere in sede elettorale le loro proprie buone ragioni. In tale prospettiva la giovane “talpa populista” ha scavato in profondità sotto il terreno su cui è stata costruita la cattedrale della globalizzazione.

 

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