PERCHE’ APRIRE TANTE MOSCHEE NON E’ LA SOLUZIONE

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Alessandro Litta Modigliani

Riprendiamo dal blog LITTA CONTINUA, con il titolo ‘La soluzione? Aprire tante moschee!‘, il commento di Alessandro Litta Modignani:  “Ieri sera, al teatro Franco Parenti di Milano, è andata in scena una rappresentazione edulcorata, sostanzialmente falsa, della realtà. So di dare un grande dispiacere al mio caro amico Gabriele Nissim, al quale sono affezionatissimo, ma voglio ribadire fermamente che i buoni propositi e i buoni sentimenti non bastano. Anzi, a volte sono ingannevoli o addirittura controproducenti, e ci portano su una strada sbagliata e pericolosa.

Il tema era “La battaglia culturale contro il terrorismo fondamentalista”. Il sociologo francese Olivier Roy, che ha studiato i casi dei circa 150 terroristi “conclamati” di questi ultimi anni, è giunto alla conclusione che costoro avevano ben scarse basi culturali e religiose. E’ stato citato l’esempio emblematico dei due fratelli che, nel quartiere belga di Moellenbeck, gestivano un bar nel quale “vendevano birra sul banco e hashish sotto il banco” e che avevano ricevuto scarsa o nessuna educazione musulmana. Erano soggetti socialmente “deboli” e non integrati. Ma questo, gentile professore, non dimostra nulla. Sono i mandanti delle stragi, LORO, che hanno agito in base a motivazioni e finalità politico-religiose di stampo terrorista. Questa, è la vera matrice del terrorismo islamista che insanguina oggi l’Europa. E sui mandanti, il professor Roy non ha potuto svolgere nessuna inchiesta sociologica, visto che sono tuttora sconosciuti e impuniti. Dunque la soluzione proposta da Roy, di costruire “tante moschee veramente aperte alla società”, per educare allo spirito del “vero Islam” (quale?) e realizzare così una “reale integrazione” dei giovani musulmani, suona masochistica e beffarda. Non si può negare a nessuno la libertà di professare la propria religione, ci mancherebbe; ma non si può nemmeno pretendere che le democrazie collaborino con disinvoltura alla propria distruzione, in nome del rispetto di un diritto astratto, che si traduce in un attacco mortale e concreto alla libera convivenza.

Altrettanto non condivisibile è stato l’intervento di Alberto Negri, giornalista de Il Sole–24 Ore, che ha ripreso il solito ritornello sulle storiche “responsabilità dell’Occidente”: gli Amerikani cattivoni, l’imperialismo, il colonialismo eccetera. Almeno stavolta ci sono state risparmiate le Crociate. Resta il fatto incontrovertibile, caro Negri, che le guerre attuali – costate centinaia e centinaia di migliaia morti – hanno avuto per teatro la Libia, la Siria, il Libano, l’Iraq: tutti paesi che hanno scontato CINQUE SECOLI di dominazione ottomana. Come la mettiamo? Non era forse una dominazione musulmana, che nulla aveva a che fare con il colonialismo, l’imperialismo, il capitalismo occidentale? Oppure tu pensi, esimio collega, che alcune barbarie abbiano una valenza particolare, e altre nessuna…? Che fine hanno fatto, tanto per dire, i cristiani d’Oriente? Ecco una buona domanda che laici e cristiani di Occidente dovrebbero porsi. E’ giusto guardare al passato, per capire il presente. E’ giusto riconoscere le proprie colpe: con il colonialismo forse abbiamo toccato il fondo dell’Abisso. Ma di fronte alla minaccia attuale, l’unica domanda che è lecito porsi è: come possiamo difenderci? Difenderci dai nemici reali e non da quelli immaginari; difenderci con razionalità ed efficacia, e non in base a istinti primordiali e incontrollati; difenderci con determinazione e senso della misura, preservando lo stato di diritto ed evitando vittime innocenti. Ma occorre difendersi. Altrimenti ci si rende complici, per inconsapevolezza e autolesionismo, del grande suicidio collettivo dell’Occidente liberale.”.

(http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=65391)

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