PROPOSTA DI LEGGE SULL’EUTANASIA (DAT): IL TESTO ALLA CAMERA DEI DEPUTATI

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Per i presidi delle Facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza, Sebastiano Filetti, del Campus Biomedico, Giorgio Minotti, e dell’Università Tor Vergata, Antonio Pisani, le preoccupazioni che questa proposta di legge possa essere approvata sono tante.

Tra queste la possibilità per il paziente di decidere se interrompere le cure, comprese l’idratazione e la nutrizione artificiali. Chiara la posizione dei medici in merito: “L’equiparazione tra idratazione e terapia è sconsiderata – afferma Minotti – Siamo sulla luna”. Dello stesso parere Pisani, per il quale “idratazione e nutrizione sono un sostegno vitale indispensabile e non terapie che è possibile interrompere”. Pisani osserva che “il corpo umano è costituito per il 90% d’acqua. Se togli l’acqua è un atto che porta alla fine” (L’Occidentale, 3 Febbraio 2017).

Per Filetti il testo “mina alla base il compito del medico che è quello di curare i pazienti dandogli l’acqua, curando la depressione, aiutandoli a capire. Questa legge distrugge il mio compito di formatore delle nuove generazioni di medici. Una legge con le Dat è la prenotazione di eutanasia tra dieci anni”. Inoltre, Minotti vede “in molti passaggi di quel testo, la negazione della medicina”, perché “con le Dat redatte anni prima si ignora che il medico è portatore di progressi, lo vediamo tutti i giorni in ematologia e oncologia”.

È un dato di fatto che nei Paesi dove è legale, l’eutanasia è praticata in maggior misura.

Il fenomeno si è sviluppato in Olanda nella sua interezza, passando dalla depenalizzazione de facto dell’eutanasia volontaria su paziente in fase terminale (nel 1973) all’eutanasia volontaria per malati cronici, all’eutanasia non volontaria, a quella effettuata su pazienti sofferenti psicologicamente, per giungere a consentirla sulla base di una mal definita “sofferenza esistenziale” ed estenderla ai neonati con handicap (Lo “scivolamento etico” nell’eutanasia, Dottor Renzo Puccetti, ZENIT 18-06-07).

Samuele Maniscalco, Responsabile Campagna Generazione Voglio Vivere

 

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