TIBET: NEI MONASTERI INSTALLATI TELEVISORI GOVERNATIVI PER LA PROPAGANDA DEL REGIME CINESE

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Foto tratta dal sito: http://www.museodelcomunismo.it/lo-stato-comunista/il-grande-balzo-di-mao-la-grande-strage
Foto tratta dal sito: http://www.museodelcomunismo.it/lo-stato-comunista/il-grande-balzo-di-mao-la-grande-strage

Dal sito “www.laogai.it” leggiamo e pubblichiamo:   “Ascoltando la radio e guardando la televisione, i monaci e le monache avranno una comprensione più corretta del partito, delle politiche, delle leggi e dei regolamenti del paese, come pure delle politiche etniche e religiose” ha scritto il Tibet Daily, quotidiano governativo, annunciando di aver completato l’impegno di installare un televisore in ognuno dei circa 1.800 monasteri della regione.

Il completamento del programma, che ha richiesto tre anni e mezzo di lavoro, è coinciso con un nuovo programma patriottico lanciato da Chen Quanguo, capo del partito comunista del Tibet lo scorso aprile che richiede a tutti i templi di esporre la bandiera nazionale cinese.

Pechino ha iniziato la sua battaglia sull’informazione in Tibet nel corso del 2009, un anno dopo una rivolta guidata dai monaci, quando le autorità hanno preso il controllo di un sistema di televisione e di radio in 44 templi di Lhasa. Il governo era particolarmente irritato dai servizi, tra cui Voice of America, promosso dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, con news in lingua tibetana sui diritti umani e il Dalai Lama. Nel 2013, le autorità hanno iniziato l’affissione di avvisi nei monasteri che non erano riusciti a chiudere le vecchie televisioni satellitari, minacciando multe e altre conseguenze a carico dei monaci stessi.

Il governo cinese sta cercando di rendere difficile ai tibetani di ottenere qualsiasi informazione da fuori. (…) La situazione è peggiorata e siamo molto preoccupati. Ora ciò che vediamo è che il governo vuole punire i tibetani solo perché condividono informazioni” ha detto ai media Tsering Tsomo, direttore del Centro tibetano per i diritti umani e la democrazia a Dharamsala, la città indiana dove abitano il Dalai Lama e gli esuli tibetani. “In questi ultimi anni, ha detto Tsomo – Pechino è spesso intervenuta pesantemente sulla condivisione di particolari informazioni e mentre alcuni sono stati imprigionati ed altri si sono dati fuoco, i tibetani sono sempre riusciti a trovare nuovi metodi per scambiarsi informazioni”.”

Misna,22/06/2015
(http://www.laogai.it/tibet-in-tutti-monasteri-della-regione-installati-televisori-governativi-per-propaganda-di-regime/)

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