UN PAESE SMARRITO, LA SPERANZA DI UN POPOLO (recensione a cura di David Taglieri)

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5HibA5h50SMA_s4-mb Il momento attuale ci pone davanti a grandi sfide e quella di questi giorni è la partita riguardante il Capo dello Stato; purtroppo la melassa della retorica buonista e radicalchic ha già deciso i nomi e anche l’attuale premier furbescamente ci ha messo il sigillo.

Bisogna però domandarsi di cosa abbia veramente bisogno la nostra Nazione in questa fase: una buona chiave di lettura ce la da un saggio breve ma intenso scritto e curato dall’Osservatorio Internazionale Van Thuan: “Un Paese smarrito e la speranza di un popolo. Appello politico agli Italiani” (Edizioni Cantagalli, pagg. 84).

Il documento si articola sui classici parametri del trittico, popolo-territorio-sovranità, cercando un rimedio, anelando al futuro  e proiettando l’attenzione su una proposta che non sia fredda elencazione di parole, ma tentativo di convogliare sul territorio del reale  gli spunti che facciano di una Nazione un concetto sempre più prossimo al cittadino.

Si abusa del termine democrazia, si costruiscono miti, leggende e storie sull’Europa e sui suoi simboli, oramai nel concreto soltanto un Totem di burocrazia e diktat. L’intento del libro è quello di dare il via all’edificazione di una Europa che sia delle identità, delle diversità geografiche e culturali, sempre però accomunate da un retroterra di radici cristiane e grecoromane.

Uno dei temi più attraenti è quello delle due patrie, la nostra, un luogo di ricchezze artistiche, architettoniche e culturali, e quella ultraterrena che dovrebbe sempre guidare l’uomo nella ricerca del bene e del giusto, ispirando tutte le attività dell’esistenza umana, anche quelle concrete e basilari.

Le riforme devono guardare sempre al bene comune e non in un senso semplicemente parolaio, visto che si usa ed abusa di tale termine; esse vanno dosate con la tradizione e con la ricchezza di un passato che solo con la ragione può essere attualizzato.

Testo base di riferimento per il miglioramento della struttura Italia è la dottrina sociale della Chiesa, che deve dialogare con le associazioni e con le forze comunitarie, senza mai cedere, però, sui propri principi di fondo.

Urge un’appassionata rivoluzione morale, che ribaltando costumi e mode politicamente corrette possa scavare a  fondo i mali della società, estirparli ed ispirare una corretta riforma della politica e della giustizia.

Un netto cambiamento va approntato anche nella mentalità italiana che si è addormentata su certi modelli di modernizzazione europea e mondiale,  in maniera asettica senza riflessione e senza critiche.

Rilanciare la famiglia sciogliendo l’inverno demografico, tamponare l’immigrazione selvaggia, selezionando quella buona per evitare scontri di civiltà e per non gettare discredito sui bravi forestieri, a causa delle delinquenze straniere che alimentano insicurezza e  microcriminalità: sono queste le misure più urgenti, con una sussidiarietà finalmente applicata in pieno, scongiurando un’invadenza statale che ha devastato il sistema Italia.

Vale la pena soffermarsi e riflettere sulle pagine di questo Rapporto per svegliare l’italiano medio intorpidito dall’inquinamento del secolo.

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