“BELLEZZA E SPIRITUALITÀ DELL’AMORE CONIUGALE”: LE EDIZIONI CANTAGALLI PRESENTANO UN INEDITO DI KAROL WOJTYLA

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BellezzaSpiritualitaAmoreConiguale-AAVV_1L’edizione è stata curata da Ludmila Grygiel, saggista e traduttrice; da Stanislaw Grygiel, professore emerito di Antropologia Filosofica al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia e direttore della Cattedra Karol Wojtyla dello stesso Istituto; da Przemyslaw Kwiatkowski, sacerdote dell’Arcidiocesi di Gniezno.

Con questa pubblicazione le E dizioni Cantagalli presentano alcuni testi di Karol Wojtyla, sacerdote, vescovo e cardinale, tradotti per la prima volta in italiano. Essi appartengono ad una vasta collezione di articoli, interventi, omelie, lettere pastorali, corrispondenza personale ecc., che finora rimane disponibile soltanto in lingua polacca. Si tratta di tre testi scritti da Karol Wojtyla nei tempi di Cracovia, che entrano nel tema della teologia del sacramento del matrimonio in generale e della spiritualità coniugale in particolare.

Il tema dell’esperienza vissuta assume un ruolo fondamentale in questo testo nel quale si entra in un contatto diretto con il linguaggio dell’Autore.
In effetti la “Regola per il gruppo delle coppie di sposi” ci parla di un percorso che le due identità della coppia sono chiamate a compiere non “da fuori” seguendo un apparato quasi burocratico di diritti e doveri, ma all’interno della reale unione che incarna l’ amore sponsale di Cristo.
Tale Regola sorge da una serie di esperienze pastorali con alcune coppie di sposi e, allo stesso tempo, sulla base dell’esperienza matrimoniale delle coppie stesse. Essa nasce contemporaneamente all’uscita dell’enciclica Humanae vitae, la qual e ripropon e alle coppie di sposi e ai loro pastori le esigenze evangeliche di un matrimonio autenticamente cristiano. Una spiritualità che presuppone una morale autentica, ma soprattutto condivisa nella comunità di sposi, che diventa una sorta di dimensione speculare del seminario diocesano.

Karol Wojtyla osserva la necessità di un autentico sforzo etico al quale gli sposi sono chiamati in un’epoca nella quale l’economia sembra non favorire la famiglia. La famiglia diventa per questo il luogo privilegiato dell’amore di Dio, e la logica che oppone il matrimonio alla verginità, guardandoli nelle semplici categorie di inferiorità/superiorità, sullo sfondo di un riduttivo dualismo corpo/spirito, non ha niente a che vedere con il Vangelo, che “ci spinge a leggere questi problemi in modo diverso: ciò che è amore (anche nelle cose della carne) – e ciò che non lo è”.
“Ogni impostazione diversa non porterà niente, non costruirà niente, al limite potrà servire a giustificare le sconfitte e i fallimenti in questa materia”.
“La coppia consapevolmente fedele alla natura non si distingue dalla coppia che vive nel peccato solo perché l’una mette in pratica il metodo di Holt, e l’altra contrar iamente i mezz i contraccettivi. Qua abbiamo invece a che fare con una profonda differenza di atteggiamenti: da una parte lo sforzo che senza esitazione definirei ascetico, dall’altra parte il lasciarsi andare – diciamo – agli impulsi spontanei e alle correnti di pensiero che arrivano dall’ambiente”.

Ciò che conta, è che l’amore diventi la regola della vita, come nella poesia di Wojtyla, così anche nel concreto del quotidiano.

L’amore mi ha spiegato ogni cosa,
L’amore ha risolto tutto per me –
perciò ammiro questo Amore
dovunque Esso si trovi

Wojtyla ritiene che sia necessario imparare a volare alto, cercando sì di cogliere la prospettiva umana nella sua realtà carnale, ma dalle altezze di un’illuminazione divina che rischiara le capacità di pensiero dell’uomo.
Vede nella filosofia un elemento di prezioso aiuto al coglimento degli aspetti puramente umani, di quell’essere umano che le discipline scientifiche non riescono a cogliere nella sua totalità: “solo la filosofia è in grado di cogliere e spiegare il nucleo del carattere della persona e dell’amore umano. Le scienze esatte richiedono una certa disintegrazione, una certa scissione metodologica della totalità dell’essere umano in una serie di materie e aspetti, analizzandole separatamente e stabilendo la regolarità propria di ciascuno di essi. Di conseguenza, la fisiologia può analizzare uno dei fattori dell’amore sessuale, però da sola non è in grado di definire pienamente la sua essenza, la può solamente illuminare da una certa prospettiva. Questa illuminazione è preziosa per la comprensione dell’integrità dell’amore, ma non è sufficiente a questo scopo. La psicologia illuminerà la stessa questione da un altro versante, però neanche essa coglie il suo pieno contenuto, sebbene sembra avvicinarsi ad esso più che la sessuologia fisiologica. Da un altro lato ancora, anche la sociologia può avere molto da dire in questo campo, poiché illuminerà lo sfondo sociale del problema, tuttavia anch’essa deve presupporre un concetto fisiologico della persona e dell’amore.”

L’amore vero, nobile e puro porta con sé la bellezza, la serenità e la
felicità, è duraturo e sempre in sviluppo, è gratuito, deciso a sacrificarsi,
perché non cerca il suo interesse, bensì il bene della persona amata:
ogni sacrificio diventa piacevole.

1 commento

  1. La “Regola dell’amore” di Wojtyla deve essere conosciuta e diffusa oggi più che mai! Le coppie sono in crisi , le famiglie soffrono e …si danno al “vagabondaggio”.Bisogna attuare una nuova pastorale per le famiglie e accompagnarle nel cammino spirituale costruendo un nuovo “ambiente” per una nuova umanità.

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