“MILIARDI IN FUMO”: IL SOTTOSEGRETARIO AGLI INTERNI ALFREDO MANTOVANO PRESENTA A BRINDISI E LECCE IL SUO NUOVO LIBRO (Il Corriere del Sud, n°20/2001)

1703

alfredo.jpg Lunedì 1° ottobre presso l’Hotel Risorgimento di Lecce è stato presentato il nuovo libro di Alfredo Mantovano, frutto del suo lavoro di coordinatore al “Comitato sul contrabbando”.

Il Comitato fu istituito dalla Commissione Antimafia nella passata legislatura.

L’esito finale si è concretizzato in una Relazione la cui lettura, assicura il Dott. Pier Luigi Vigna, Procuratore Nazionale Antimafia, ha il pregio di essere “stringente come un romanzo”.

Quella relazione, presentata al plenum della Commissione Antimafia, fu approvata all’unanimità il 6 marzo 2001, senza un solo voto contrario. Adesso quel lavoro, con le opportune modifiche, è diventato un agevole libro dal titolo “Miliardi in fumo” (Manni Editore, pagg.142, ¬£.25.000).

Il volume, dopo un’introduzione del Dott. Vigna e dopo la premessa dell’Autore, si articola in tre capitoli: “Il contrabbando in Europa”, “Il contrabbando in Italia”, “La prevenzione e la repressione del contrabbando”.

Nel primo capitolo – Il contrabbando in Europa – viene tracciata la dimensione finanziaria del fenomeno, che investe il 30% del mercato mondiale dei tabacchi. Tradotto in denaro questo dato significa che i vari Stati europei perdono ogni anno quasi 35.000 miliardi di lire di gettito fiscale. Ma il danno erariale non è il solo aspetto preoccupante. Il contrabbando di sigarette comporta diversi livelli di pericolosità, e primo fra tutti la turbativa dell’ordine pubblico. Scrive Mantovano: “L’esperienza italiana segnala che si tratta di un fenomeno tipico di criminalità organizzata gestito da organizzazioni criminali transnazionali, in connessione con i traffici delle armi, degli stupefacenti, talora anche degli esseri umani”.

La presenza di articolate organizzazioni criminali dietro il contrabbando (in Italia soprattutto la Camorra e la Sacra Corona Unita), spiega perchè, pur di non perdere un carico, i contrabbandieri sono disposti a causare la morte sia dei militari della Guardia di Finanza che di ignari cittadini, rimasti casualmente coinvolti. La cronaca, purtroppo, negli ultimi anni ci ha tristemente abituati a notizie di speronamenti in mare, con scafi dalle carene rinforzate, e sulla terraferma, con fuoristrada trasformati da compiacenti officine meccaniche in veri blindati militari. Un contrabbandiere di Torre Annunziata con precedenti penali nel settembre del 1999, con un auto carica di sigarette, travolse sulla Bari-Napoli due giovani sposi che viaggiavano in motocicletta.

Se la cavò con gli arresti domiciliari.

Non a caso Alfredo Mantovano dedica il suo libro alla memoria del vicebrigadiere Alberto De Falco e del finanziere Antonio Sottile, uccisi il 24 febbraio 2000 dai contrabbandieri mentre svolgevano un’operazione di contrasto nelle vicinanze di Brindisi.

Non trova quindi ragion d’essere l’opinione diffusa secondo cui il contrabbando costituisce solo una specie di ammortizzatore sociale, specie in periodi di recessione economica, e che dunque fra le varie attività illecite possa essere guardato con un particolare occhio di favore.

L’azione criminale si esplica, ai più alti livelli, nell’attività di riciclaggio del denaro sporco proveniente dai proventi della vendita al minuto delle sigarette. In Svizzera soprattutto, ma anche in altre Nazioni europee ed extra-europee (i cosiddetti paradisi fiscali), pullulano una serie di società finanziarie di intermediazione, praticamente anonime, che girano le somme da “ripulire” al circuito bancario, a sua volta vincolato dal segreto. Queste enormi somme vengono poi reinvestite nei mercati speculativi mobiliari e finanziari.

E il giro ricomincia.

Le complicità internazionali sono macroscopiche: oltre alle banche ci sono governi e polizie corrotte o quanto meno interessati a garantire, come la Grecia, il mantenimento di alti volumi di traffici nei propri porti, con la conseguente esclusione di controlli sui Tir; c’è poi l’evidente consapevolezza delle multinazionali del tabacco, le quali non disdegnano di rifornire un mercato illegale che assorbe circa il 30% della loro produzione. Da notare come fra i maggiori produttori (circa il 31%) ci siano anche i Cinesi, a mezzo della Chine National Tabacco Company. Solo al secondo posto viene la più conosciuta Philip Morris (17%).

Quanto alle forme, il contrabbando si distingue fra intra-ispettivo ed extra-ispettivo. Il primo si affida agli ordinari canali commerciali: viaggia su mercantili e su Tir, con bolle di accompagnamento e con documentazione doganale di ingresso. Il problema è che le autorità portuali non sono in grado di controllare materialmente tutti i container sbarcati dai traghetti, per cui enormi quantitativi passano dai porti di transito del tutto inosservati.

Non solo: le destinazioni denunciate (Stati africani o asiatici) non sono mai le vere mete finali: i carichi provenienti dai Paesi compiacenti (il Montenegro ha avuto un ruolo assolutamente primario, almeno fino alla guerra del Kossovo!), una volta arrivati nell’ Europa occidentale si perdono nei mille rivoli dell’illegalità.

Il contrabbando extra-ispettivo è quello più scenografico (sbarchi clandestini sulle coste, inseguimenti, scontri a fuoco con le forze di polizia) e naturalmente quello che causa più vittime.

In ogni caso caratteristica delle organizzazioni contrabbandiere è la grande capacità di diversificare le proprie modalità operative, dimostrando così un’elasticità superiore a quella delle forze di polizia. Se dietro tali capacità organizzative non vi è un “grande vecchio”, vi è comunque una sinergia di menti che guida i traffici: per decenni la Guardia di Finanza e le corrispondenti istituzioni europee hanno avuto a che fare con i soliti nomi eccellenti, molti dei quali ormai assicurati alla giustizia.

Ma la lotta è continua ed anzi si fa sempre più insidiosa.

Quali allora le contromisure da adottare?

Ecco alcune linee guida, proposte dall’Autore, che dovranno ispirare le prossime azioni governative di contrasto al contrabbando: acquisto di appositi scanner in grado di verificare in modo non invasivo il contenuto dei container; maggiore utilizzo delle indagini patrimoniali, con relative azioni di sequestro e confisca delle ricchezze di origine illecita; apposizione, a cura delle multinazionali, di idonei codici identificativi già all’atto della produzione, in modo da consentire la “ricostruzione storica” di ogni singolo pacchetto di sigarette. Quest’ultimo accorgimento consente di risalire ai vari passaggi di proprietà, facilitando l’individuazione delle responsabilità.

La lettura del libro, insomma, oltre ad essere “stringente come un romanzo”, come dice Vigna, riserva al lettore una molteplicità di dati, notizie, curiosità.

Roberto Cavallo

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui