25 GENNAIO: LA CONVERSIONE DI SAN PAOLO

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0093sapo_san-paolo1.jpg Come si fa a parlare di San Paolo ?
Ci si sente piccoli piccoli, dinanzi all’ Apostolo delle genti.
Vittorio Messori scrive che se l’Europa è stata quel che è stata, è perchè a Paolo di Tarso fu rivolta questa parola: ” Paolo, passa in Macedonia…” Per “Macedonia” allora si intendeva appunto l’Europa, l’altra parte del mondo rispetto all’Oriente.
Eccolo allora correre per oltre 4.000 chilometri, nei suoi tre grandi viaggi percorsi soprattutto a piedi e per mare, con tre naufragi all’attivo. Senza contare ” pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto fatica e travagli, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità (2 Cor. 11,24-27).
Tutto questo con l’unico obiettivo dichiarato di darsi tutto a tutti, per portare tutti a Cristo Signore. In una parola: convertire!
E lui sì che di “conversioni” se ne intendeva. Gli Atti degli Apostoli ci offrono tre narrazioni della conversione sulla strada di Damasco. La prima è del cronista (At. 9,1-22); la seconda è posta sulla bocca dello stesso Paolo, mentre al momento del suo arresto si rivolge alla folla di Gerusalemme (At. 22, 3 -21); anche la terza narrazione è un discorso di Paolo, allorchè dinanzi al procuratore Festo si difende dalle accuse dei Giudei (At. 26, 4-18).
La sua conversione è straordinaria: si compie non per mezzo di uomini, apostoli o santi che siano, ma per chiamata diretta del Signore già risorto: “Io sono Gesù, che tu perseguiti“. Paolo vede il Signore risuscitato, come l’avevano sperimentato gli Apostoli: “ Vi ho trasmesso dunque, innanzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì p er i nostri p eccati secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di 500 fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve a me come ad un aborto. Io infatti sono l’infimo degli apostoli, e non sono degno neppure di essere chiamato apostolo, perchè ho perseguitato la Chiesa di Dio ” (1 Cor. 15, 3-9).
Come ha scritto Claude Tresmontant, filosofo della scienza alla Sorbona di Parigi, questo testo costituisce la più antica testimonianza scritta della risurrezione che noi possediamo.

E’ la solita filosofia del Vangelo, che trova applicazione anche fra gli stessi Apostoli: gli ultimi saranno i primi e i primi gli ultimi.

Preghiera a San Paolo
O glorioso San Paolo, che fosti tanto terribile nel perseguitare quanto fervoroso nello zelare la gloria del Cristianesimo; tu che, sebbene onorato da Dio con una missione strepitosa, ti dichiarasti sempre il minimo degli Apostoli; tu che convertisti non solo Ebrei e Gentili, ma protestasti di essere disposto a divenire anatema per la loro salute; tu che con gioia subisti per amore di Dio ogni sorta di persecuzioni; tu che ci lasciasti nelle tue 14 lettere un complesso di istruzioni che fu a ragione chiamato, dai Santi padri, il “Vangelo risuscitato”; ottienici, ti preghiamo, la grazia di seguire sempre i tuoi insegnamenti e di essere sempre disposti come te a confermare con il sangue la nostra fede.
Così sia.

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