ANCHE LA CASSAZIONE SPOSA LE COPPE GAY (di Giancarlo Cerrelli)

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Dal sito “Elogio del senso comune” leggiamo e volentieri pubblichiamo un articolo di Giancarlo Cerrelli, curatore del medesimo sito:

“Anche la Cassazione prende posizione sulle coppie gay. Con la sentenza n. 4184/2012, depositata lo scorso 15 marzo, ha sancito che le coppie omosessuali, se con l’attuale legislazione “non possono far valere il diritto a contrarre matrimonio né il diritto alla trascrizione del matrimonio celebrato all’estero”, tuttavia hanno il “diritto alla ‘vita familiare’” e a “vivere liberamente una condizione di coppia” con la possibilità, in presenza di “specifiche situazioni”, di un “trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”.

E’ la prima volta, lo scrive la stessa Corte, che la Cassazione si trova ad affrontare il caso di una coppia gay che chiede il riconoscimento del proprio matrimonio contratto all’estero: i due uomini si erano sposati nel 2002 a L’ Aja ed avevano poi chiesto la trascrizione del certificato di nozze, come atto pubblico, al comune di Latina dove sono residenti. Al rifiuto del Comune di riconoscere questo certificato e quindi il matrimonio, la coppia ha fatto ricorso sia in Tribunale che alla Corte d’Appello di Roma, ricorsi entrambi respinti. Di qui l’ulteriore istanza in Cassazione, dove la Prima Sezione Civile motiva la sua decisione – che è comunque di rigetto del ricorso – in circa 80 pagine. La Suprema Corte spiega che, se è vero che in Italia ancora non esiste una legislazione che preveda il matrimonio tra gay (citando a questo riguardo anche la recente sentenza della Corte Costituzionale che appunto aveva detto no ai matrimoni omosessuali), il quadro europeo dei diritti dei gay ed il contesto sociale è fortemente cambiato. Infatti, essendo stata superata grazie alla Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo “la concezione secondo cui la diversità di sesso dei nubendi é presupposto indispensabile, per così dire naturalistico della stessa esistenza del matrimonio”, la Cassazione sottolinea che “l’intrascrivibilità delle unioni omossessuali dipende non più dalla loro ‘inesistenza’ e neppure dalla loro invalidità ma dalla loro inidoneità a produrre quali atti di matrimonio, appunto, qualsiasi effetto giuridico nell’ordinamento italiano”. Le coppie gay, come i coniugi, hanno però il diritto ad una “vita familiare” e ad esigere e a far valere per questo il diritto ad un “trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”.

Le considerazioni che ho fatto nel precedente articolo riguardo alla Risoluzione del Parlamento Europeo ( http://www.giancarlocerrelli.com/wordpress/?p=480 ) valgono anche per questa sentenza della Cassazione che ha l’aggravante di riconoscere alle coppie omosessuali il diritto ad una “vita familiare” e a un ”trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”. Ciò significa configurare per le coppie omosessuali una tutela giuridica simile al matrimonio eterosessuale. La Risoluzione del Parlamento Europeo del 13 marzo e la sentenza di oggi della Suprema Corte, saranno il viatico, per il Parlamento italiano, per mutare l’istituto della famiglia nel nostro ordinamento giuridico, così tradendo la ragione, il dato naturale e la Costituzione.”.

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