BENEDETTO XVI A LONDRA: PERCHE’ LA RELIGIONE NON SIA UN FATTO SOLO PRIVATO

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Regina e PapaQuesta settimana proponiamo ai lettori uno stralcio del bellissimo discorso che Benedetto XVI ha pronunciato a Londra il 18 settembre 2010 durante la veglia di preghiera per la beatificazione del Cardinale John Henry Newman:

“…Al la fine del la vita, Newman avrebbe descritto il proprio lavoro come una lotta contro la tendenza crescente a considerare la religione come un fatto puramente privato e soggettivo, una questione di opinione personale. Qui vi è la prima lezione che possiamo apprendere dalla sua vita: ai nostri giorni, quando un relativismo intellettuale e morale minaccia di fiaccare i fondamenti stessi della nostra società, Newman ci rammenta che, quali uomini e donne creati ad immagine e somiglianza di Dio, siamo stati creati per conoscere la verità, per trovare in essa la nostra definitiva libertà e l’adempimento delle più profonde aspirazioni umane. In una parola, siamo stati pensati per conoscere Cristo, che è Lui stesso “la via, la verità e la vita” (Gv 14,6).

L’esistenza di Newman, inoltre, ci insegna che la passione per la verità, per l’onestà intellettuale e per la conversione genuina comportano un grande prezzo da paga re. La verità che ci rende liberi non può essere trattenuta per noi stessi; esige la testimonianza, ha bisogno di essere udita, ed in fondo la sua potenza di convincere viene da essa stessa e non dall’umana eloquenza o dai ragionamenti nei quali può essere adagiata. Non lontano da qui, a Tyburn, un gran numero di nostri fratelli e sorelle morirono per la fede; la testimonianza della loro fedeltà sino alla fine fu ben più potente delle parole ispirate che molti di loro dissero prima di abbandonare ogni cosa al Signore. Nella nostra epoca, il prezzo da pagare per la fedeltà al Vangelo non è tanto quello di essere impiccati, affogati e squartati, ma spesso implica l’essere additati come irrilevanti, ridicolizzati o fatti segno di parodia. E tuttavia la Chiesa non si può esimere dal dovere di proclamare Cristo e il suo Vangelo quale verità salvifica, la sorgente della nostra felicità ultima come individui, e quale fondamento di una società giusta e umana.

Infine, Newman ci insegna che se abbiamo accolto la verità di Cristo e abbiamo impegnato la nostra vita per lui, non vi può essere separazione tra ciò che crediamo e il modo in cui viviamo la nostra esistenza. Ogni nostro pensiero, parola e azione devono essere rivolti alla gloria di Dio e alla diffusione del suo Regno. Newman comprese questo e fu il grande campione dell’ufficio profetico del laicato cristiano…”

Con l’occasione aderiamo all’iniziativa di preghiera lanciata dal mensile di apologetica “Il Timone” ( Settembre-Ottobre 2010, pag. 5), affinché gli Anglicani possano ritrovare, sull’esempio del Cardinale Newman, la via dell’unità con Roma. Già con la costituzione apostolica Anglicanorum coetibus del 4 novembre 2009, Benedetto XVI ha favorito il ritorno nell’unica Chiesa cattolica di vari gruppi di fedeli anglicani, attraverso l’istituzione di or dinariati personali ad essi dedicati.

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