BLOC NOTES DI UN CONSERVATORE (recensione a cura di David Taglieri)

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Alfredo Mantovano rappresenta una delle menti più lucide del centrodestra, grazie alla competenza tecnica accumulata nella carriera di magistrato, la cultura storica, filosofica e umanistica, e la sapienza di anni ed anni di lavoro.

Sottosegretario dell’Interno nella scorsa legislatura ed ancor prima fra il 2001 ed il 2006, ha realizzato con il ministro Roberto Maroni degli ottimi risultati, interrotti soltanto dalla caduta del Governo…

Sensibile alla difesa della tradizione e del cristianesimo, proviene dalla destra cattolica di An, oltretutto con un passato all’interno del partito teso a contrastare la deriva laicista che voleva impostare il  – presunto – leader Fini in maniera antidemocratica, arrogante, priva di coordinate culturali.

Bloc Notes di un Conservatore (Edizioni Spirali, 2004, pagg. 282) con prefazione di Giuliano Ferrara, rappresenta un giro di boa di riflessione e di pensiero per un conservatore, che vuole essere tale nella difesa dei valori imprescindibili nonché sano riformatore nel correggere gli elementi negativi e le anomalie di un sistema distrutto da permissivismo e volontà di auto-distruzione.

L’Europa di oggi non è geopolitica di patrie, ma burocrazia di interessi che hanno abiurato radici cristiane, basi greco-romane, storie e memorie di popoli.

Due direttrici l’hanno minacciata: il relativismo laicista e l’islamismo fondamentalista.

Bisogna recuperare – secondo Mantovano – la patria terrena, anello di collegamento a quella spirituale; l’origine induce ad interrogarsi e l’analisi ci porta a impostare l’azione su un pensiero saldo.

Azione e pensiero debbono andar di pari passo, ripensare ed agire insieme, i fatti e le situazioni.

Si tratta di un taccuino con opinioni personali, intervallate dalla constatazione di fatti che ci hanno preceduto; l’italiano deve essere fiero della propria storia ed abbandonare la melassa retorica che lo conduce ad idealizzare paesi stranieri, tipo Olanda e Finlandia, anche belli dal punto di vista paesaggistico, ma non paragonabili ad una Penisola che ha civilizzato il mondo.

Ripartire dalla fierezza, dal coraggio, dalla voglia di essere comunità e non freddo Stato regolatore della società; saper trarre ispirazione dai piani alti e metterli a disposizione del prossimo, amare di più i nostri territori, la Nazione, la Fede, anche laicamente riconoscere nell’Arte un vento di Storia che ci ha fatto Nazione culturale.

Una volta un allievo fece notare a Hegel: “Professore, i fatti contraddicono le teorie”, e lui: “Tanto peggio per i fatti!”.

Mantovano si pone dal punto di vista dell’allievo, mostrando le imprudenze  del professore.

Come diceva Pound, se un uomo non è disposto a morire per le proprie idee  o non vale nulla come uomo, o non valgono nulla le sue idee.

La postfazione è di Gianfranco Fini, molto diverso da quello di oggi, e Pound docet.

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