CARD. ANGELO BAGNASCO: LA MARGINALIZZAZIONE DEL CRISTIANESIMO MINA LE BASI DELLA CONVIVENZA UMANA (L’Ora del Salento, 30 maggio 2009, pag. 11)

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7ce42b5d60c27278b89222b4033e71d4Questa volta vogliamo par lare della nostra Italia, della nostra Europa, del nostro vecchio mondo occidentale e cristiano (o meglio “scristianizzato”). Del pericolo concreto e reale che tale mondo perda definitivamente le sue profonde radici cristiane. Pensiamo di farlo in un modo anomalo, rispetto ai temi solitamente trattati in questo spazio, ma probabilmente efficace. E infatti riportiamo di seguito un breve passo della prolusione tenuta dal Card. Angelo Bagnasco lo scorso 25 maggio nel corso della 59ma assemblea generale dei Vescovi italiani. In questo passo il Presidente della CEI mette in guardia da un’esasperata concezione di laicità e di relativismo, che vorrebbe snaturare dall’interno il cuore stesso del messaggio evangelico. E far crollare le basi stesse della convivenza sociale: “… Se accettassimo l’accennata idea di un cattolicesimo inteso come religione civile, o come «agenzia umanitaria», e se completassimo tale visione con l’idea di una fede nuda, scevra da qualunque implicazione antropologica, allora davvero priveremmo la comunità umana di un apporto fondamentale e originale in ordine alla edificazione della stessa città dell’uomo. Saremmo più poveri noi e sarebbe più povera la società … Nella tendenza a ridurre il compito ecclesiale, e considerare le funzioni sociali come più rilevanti di quelle religiose, è difficile non vedere in azione una sorta di secolarismo edulcorato, ma non per questo forse meno subdolo, che – foss’anche senza volerlo – da una parte lusinga i cattolici e dall’ altra li emargina. Alla base di una certa concezione della laicità, annotava tempo addietro Benedetto XVI, «c’è una visione a-religiosa della vita, del pensiero e della morale», che sostenendo « in particolare la marg inalizzazione del cristianesimo, mina le basi stesse della convivenza umana. È un fenomeno che non lascia del tutto immuni le comunità cristiane. Fa leva infatti su un certo spiritualismo unilaterale, che può cedere facilmente il passo ad un’atrofia ecclesiale e a un vuoto del cuore.

C’è la preoccupazione che, alla base di simili posizioni un po’ disincarnate, s’annidi una cultura neo-illuministica per la quale Dio in realtà c’entra poco – forse nulla – con la vita pubblica: lo si lascia al massimo sopravvivere nella dimensione privata ed intima delle persone. Ma il vangelo annuncia che Gesù è Dio fatto uomo, è pertinente alla storia e interessato al mondo…”

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