LAICI CATTOLICI E POLITICA (25 febbraio 2001)

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thumb.jpg “Il Sacro Concilio, volendo rendere più intensa l’attività  apostolica del Popolo di Dio, con viva premura si rivolge ai fedeli laici, dei quali già altrove ha ricordato la parte propria e assolutamente necessaria che essi hanno nel

la missione della Chiesa. L’Apostolato dei laici, infatti, derivando dalla loro stessa vocazione cristiana, non può mai venire meno nella Chiesa.

La stessa sacra Scrittura mostra abbondantemente quanto spontanea e fruttuosa fosse tale attività ai primordi della Chiesa”.

Con queste parole inizia il decreto del Concilio Vaticano II sull’apostolato dei laici, decreto datato 18.11.1965 e  più conosciuto come “Apostolicam Actuositatem”.

A distanza di oltre 35 anni il laicato cattolico ha articolato sempre meglio la propria azione missionaria all’interno e sotto la guida della gerarchia.

Si è assistito, in particolare,  alla fioritura dei “movimenti”, non in contrapposizione ma con funzioni complementari a quelle che le parrocchie svolgono sul territorio. Nelle diocesi italiane sono tante le aggregazioni laicali che operano nel campo dell’assistenza, della cultura,  della solidarietà verso le forme nuove e vecchie di povertà.  Giovanni Paolo II il 26.11.2000, nel corso della celebrazione Eucaristica per il giubileo dei laici, così si è prronunciato:”…A voi i Padri conciliari hanno affidato, in special modo, la missione di cercare il Regno di Dio trattando le cose temporali  e orientandole secondo Dio…Oggi più che mai, carissimi, il vostro apostolato è indispensabile perché il Vangelo sia luce, sale e lievito di una nuova umanità”.

In cima alle “cose temporali” vi è anche la politica. Il disinteresse per la politica di tanti cattolici  non va bene . Lo disse alla vigilia delle ultime consultazioni elettorali politiche il Cardinale Ruini.  Quindi, primo votare.

Ma non basta.

Bisogna  saper scorgere nei programmi, anche se a volte  la cosa risulta obiettivamente difficile,  i valori proposti dalle forze politiche  contendenti.  Dunque non è vero che l’uno vale l’altro.  Il profondo scetticismo che purtroppo serpeggia fra la gente, la sfiducia verso la classe politica in quanto tale  non deve e non può spingere  alla rassegnazione  i cristiani, per i quali  fine della politica non può che essere la ricerca del bene comune. In tale prospettiva  trova  giustificazione l’ asserzione di Paolo VI,  secondo cui  fra le  varie  forme di carità  quella politica  è seconda sola alla diretta trasmissione del Vangelo.  Pio XII, a sua volta,  ricordava  che dalla forma data alla società dipende molto della salvezza delle anime…Giovanni Paolo II nella Christifideles laici  dà ampio risalto alla dignità e alla vocazione dei politici…Ma non tutti i politici sono uguali, è inutile negarlo.  Non si tratta solo degli stereotipati luoghi comuni  che vedono onorevoli e senatori  propensi più  al proprio interesse personale piuttosto  che a quello  della collettività.  In gioco c’è molto di più.   Ci sono appunto i valori; che non sono una cosa  talmente  astratta  da poterli inventare  o rivendicare di sana pianta  giusto sotto elezioni. In gioco c’è la  vita,  la dignità della vita nascente e di quella terminale.

  In Italia, dunque, significa che è ormai tempo di mettere mano alla  legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza  e contemporaneamente  scongiurare,  in modo palese, tentazioni  volte alla legalizzazione del suicidio…(senza casi pietosi che tengano!).  In gioco c’è la sorte degli attuali 30.000 embrioni congelati, veri cittadini italiani, che attendono  di conoscere il loro destino in quello che è oramai noto come il Far West della bioetica.

In gioco c’è il ruolo della famiglia, svuotata  da una martellante propaganda relativista,  che esalta ogni “diversità” in quanto tale.

In gioco ci sono gli istituti e le scuole private,  non solo quelli cattolici!,  che hanno tutto il diritto a veder  riconosciuta la loro richiesta di parità.  

  

Roberto  Cavallo

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