CATTOLICI, PROTESTANTI E ORTODOSSI PILASTRI D’EUROPA

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ecumenismo.jpg Dal 1° gennaio 2007, con l’ingresso di Romania e Bulgaria nell’U.E., l’Europa dei 25 è diventata l’ Europa dei 27.

Grazie a tale avvenimento adesso nell’U.E. sono meglio rappresentate le tre anime del cristianesimo europeo: qu ella cattolica, qu ella protestante e quella ortodossa.

E’ vero che già prima dell’ingresso di Romania e Bulgaria c’erano la Grecia e Cipro a raffigurare il mondo ortodosso, ma ora il quadro è più completo. Rumeni e Bulgari hanno di fatto incrementato quella fascia di cittadini europei che riconoscono nel cristianesimo le proprie origini culturali, non avendole dimenticate nemmeno durante gli anni bui del comunismo.

Il processo di unificazione europea dopo la brusca bocciatura francese e olandese si è arenato nel suo elemento più qualificante:il varo della costituzione europea. Proprio quella costituzione, come si ricorderà, è stata voluta esente da qualsiasi riferimento alle comuni radici cristiane. Ma oggi l’Europa allargandosi ad Oriente ha l’opportunità di recuperare ulteriormente le ragioni più profonde del proprio stare insieme. E’ il senso di quanto affermato da Benedetto XVI in occasione del 50° anniversario della firma dei Trattati di Roma, avvenuta il 25 marzo 1957.

Ricevendo in Vaticano i partecipanti al congresso promosso dalla Commissione degli episcopati della comunità europea (COMECE), Benedetto XVI lo scorso 24 marzo ha rilanciato il tema delle comuni radici cristiane, chiedendosi se “Questa singolare forma di apostasia da se stessa, prima ancora che da Dio, non induce forse l’Europa a dubitare della sua stessa identità?

Con queste parole, dure, chiare ed esplicite Benedetto XVI ha rilanciato un monito che non lascia dubbi: ” non si può pensare di edificare un’autentica casa comune europea trascurando l’identità propria dei popoli di questo nostro Continente. Si tratta, infatti, di un’identità storica, culturale e morale, prima ancora che geografica, economica o politica. Un’identità costituita da un insieme di valori universali, che il Cristianesimo ha contribuito a forgiare, acquisendo così un ruolo non soltanto storico, ma fondativo nei confronti dell’Europa“. Del resto, ha aggiunto il Santo Padre: ” se, in occasione del cinquantesimo dei trattati di Roma, i governi dell’Unione desiderano avvicinarsi ai loro cittadini, come potrebbero escludere un elemento essenziale dell’identità europea qual è il cristianesimo, in cui una vasta maggioranza di loro continua ad identificarsi ?“.

Questa “vasta maggioranza” si arricchisce oggi, con Romania e Bulgaria, di importanti settori dell’Ortodossia. Spetta quindi ai teologi e a chi sostiene il peso del dialogo ecumenico prendere coscienza di tale opportunità e dare voce e visibilità a quella che, come dice Benedetto XVI, potrebbe rivelarsi la maggioranza – forse non del tutto consapevole – del vecchio continente, aperta ai valori fondanti e sempre solidi del cristianesimo.

Roberto Cavallo

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