Si sa che quasi tutti i giocattoli del mondo – come tante altre cose – provengono ormai dalla Cina: made in China!
Sono fabbricati a prezzi irrisori da operai mal pagati, nella generale disattenzione per l`ambiente e per la sicurezza dei lavoratori nelle fabbriche. Ma anche per i consumatori le cose non vanno meglio: i giocattoli sono prodotti con procedure lontanissime dagli standard di sicurezza previsti in Europa e in altre parti del mondo.
In proposito Avvenire di sabato 28 giugno 2008 (Luigi Ferraiuolo, pag. 14) titola: “Giochi tossici cinesi, maxisequestro estivo. Trovati a Roma cinque milioni di pezzi”. E nel sottotitolo leggiamo: “I prodotti non a norma possono provocare seri danni, tant o c he molte ditte spesso li ritirano”.
Cosi’ scopriamo che sono diversi i pericoli che si nascondono sulle bancarelle, anche fra i giochi che possono sembrare piu’ innocui: bolle di sapone, animali gonfiabili, pistole ad acqua, calamite, e perfino secchielli e palette per la spiaggia. Si tratta, infatti, di oggetti spesso verniciati in piombo, tossici e cancerogeni. Altri sono fatti di micro pezzetti facilmente ingeribili dai bambini o comunque in grado di provocare ferite da taglio. Buona parte di essi penetrano nei mercati europei con marchi e diciture contraffatte, alimentando un business enorme.
Sempre in tema di giocattoli e di business, pochi forse sanno che
D’altronde, a parte l’esportazione, soltanto nella capitale cinese sarebbero attivi circa duemila sexy shop.
E cosi’, fra sfruttamento dei lavoratori e mancanza di sicurezza – tanto per i produttori che per i consumatori -, il governo comunista di Pechino tollera e tutela questo capitalismo doppiamente immorale.