Il Cardinale Joseph Zen, arcivescovo emerito di Hong Kong e leader indiscusso dei cattolici cinesi, arrestato lo scorso mese di maggio e poi rilasciato su cauzione da parte dalla Polizia politica, non è l’unico prelato che ha conosciuto le prigioni cinesi. E questo malgrado l’Accordo firmato tra la Santa Sede e il governo comunista cinese nel 2018, i cui termini sono tutt’ora riservati.
In Cina, due vescovi sono adesso in prigione.
Il primo è Mons. Joseph Zhang Weizhu della diocesi di Xinxiang, arrestato nel maggio 2021 e di cui non si sa dove possa trovarsi.
L’altro è Mons. Augustine Cui Tai, vescovo coadiutore della diocesi di Xuanhua. Dopo lunghi periodi trascorsi in prigione, è stato arrestato nuovamente nel 2020. Da allora, non si ha avuto più sue notizie.
Secondo Bitter Winter – l’agenzia italiana che segue i casi di violazioni della libertà di religione in Cina –, Mons. Cui Tai è uno degli “obiettori di coscienza”, quelli che si rifiutano di accettare che la Chiesa Cattolica sia controllata dalla cosiddetta Associazione della Chiesa Patriottica, un’associazione sotto controllo dello Stato comunista.