COREA DEL NORD: ANCORA SCENARI DA GUERRA FREDDA (L’Ora del Salento, 11 luglio 2009, pag. 11)

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Emblematicamente il Messaggero di domenica 5 luglio titola: “Pyongyang, sette missili per la festa americana”. Ed infatti come noto la Corea del Nord ha festeggiato a suo modo il 4 luglio, giorno dell’Indipendence Day per gli U.S.A., lanciando sette missili nel Mar del Giappone. Così dopo l’esperimento atomico dello scorso 25 maggio, sono seguiti altri lanci missilistici, sino a questi primi giorni di luglio. La minaccia coreana (con un potenziale stimato che oscilla da 2 a 15 testate nucleari) viene talmente presa sul serio dall’Amministrazione statunitense che è stato necessario assicurare la popolazione delle Hawaii – lo Stato americano più vicino alla Corea del Nord, nonché terra natale del Presidente Obama – circa le capacità della difesa statunitense di intercettare eventuali missili intercontinentali. Ovviamente anche i sistemi anti-missile di Giappone e Corea del Sud sono in stato di allerta. Le sanzioni applicate dalle Nazioni Unite al regime comunista della Corea del Nord vengono facilmente aggirate grazie al sostegno sotterraneo ma determinante della Repubblica Popolare cinese. Pechino ha accettato di votare il 12 giugno scorso la risoluzione 1874 del Consiglio di Sicurezza – tutti e quindici i membri del Consiglio di Sicurezza hanno dato il via libera a una proposta di risoluzione messa a punto da Gran Bretagna, Francia, Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti -. La Cina continua però a dare l’impressione di non volere utilizzare la propria forza per indurre alla ragione il piccolo e pericoloso alleato nord-coreano.
In questa partita sulla sicurezza mondiale potrà tornare a dire la sua anche l’Aiea, e cioè l’ Agenzia Internazionale atomica.
Il 2 luglio scorso il candidato giapponese Yukiya Amano è stato eletto quale successore dell’egiziano Mohamed El Baradei. Sui 35 membri che costituiscono il corpo direttivo dell’organismo che ha sede a Vienna, Amano ha ricevuto 23 voti, 11 contrari e 1 astenuto.
Il nuovo direttore dell’Agenzia ha dunque battuto il suo omologo sudafricano Abdul Samad Minty, considerato come il rappresentante degli interessi dei Paesi terzomondisti e in via di sviluppo. Amano riceve dal suo predecessore un’agenda carica di dossier bollenti: il contenzioso sul programma nucleare iraniano; la rinnovata minaccia atomica nord-coreana; il processo di ratifica – oggi fermo – del Trattato di non proliferazione nucleare.

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