CRISTIANITA’

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La “cristianità” storica è quella costruita dalla prima evangelizzazione, attraverso la lenta penetrazione del Cristianesimo nel cuore dell’Europa e che darà vita alle due grandi Cristianità, quella d’Occidente e quella d’Oriente, legate alle rispettive capitali Roma e Bisanzio.

Cristianità giuridiche, come diceva con insistenza il prof. Luigi Prosdocimi, non soltanto culturali, non soltanto sociali, e segnate da eventi specifici come la notte di Natale dell’800, quando Carlo Magno venne incoronato imperatore dal Papa Leone III a Roma; così nasce – anche giuridicamente – il Sacro Romano Impero.

La Cristianità è un’organizzazione della società e dell’autorità politica che rende gloria a Dio perché ne rispetta le leggi e cerca di collaborare alla salvezza delle anime costruendo e proteggendo un ordine temporale che favorisca uno sviluppo del patto sociale in modo coerente con il disegno di Dio sull’uomo e sulla società.

Essa, la Cristianità, è esistita in Occidente con tanti limiti, in quanto formata da uomini segnati dal peccato, dando vita a quel millennio della fede dal 300 al 1300 che non è stato certamente il paradiso terrestre, ma è stata una società in cui il senso comune era, comunque e nonostante tutto, impregnato di fede cristiana.

Questa civiltà è stata ferita e debilitata dalle quattro fasi del processo rivoluzionario: il Rinascimento e la Riforma, l’Illuminismo che sfocia nel 1789, il socialcomunismo e il relativismo nichilista della IV Rivoluzione a partire dal 1968.

La Cristianità oggi non esiste più, come attesta il Magistero della Chiesa a partire da quello di Pio XII, che nel discorso del 10 febbraio 1952 ebbe a dire: “E’ tutto un mondo da rifare dalle fondamenta”.   

 

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