Riportiamo di seguito il comunicato stampa rilasciato da Alleanza Cattolica il 26 marzo 2020: “Dopo una prima stesura, fatta circolare ieri, che prevedeva come misura di contenimento alla diffusione del Covid19 addirittura la chiusura delle chiese, il testo pubblicato del Decreto Legge n. 19/2020 all’art. 1 co. 2 lett. h) si “limita” a disporre la “sospensione delle cerimonie civili e religiose” e la “limitazione dell’ingresso nei luoghi destinati al culto”.
La formulazione è meno oppressiva, ma si presta ad arbitri e ad abusi applicativi: è già accaduto che forze dell’ordine abbiano denunciato chi aiuta un sacerdote alla diretta streaming della celebrazione della S. Messa, ovvero che non ritengano quale valida giustificazione per uscire da casa – e quindi denuncino – recarsi nella chiesa più vicina, mantenendo distanze e cautele, per una preghiera.
La “limitazione” è nelle disposizioni generali sull’emergenza: indicarla in modo più specifico per i luoghi di culto può dare l’idea che sia qualcosa di più penetrante, in contrasto con la Costituzione e con il Concordato.
Le chiese sono oggi fra i pochi luoghi rimasti dove cercare conforto per superare la situazione drammatica in atto: confidiamo che in sede di conversione del Decreto Legge una norma così ambigua possa essere eliminata, o che si colleghi l’autocertificazione anche alla possibilità di raggiungere la chiesa più vicina al proprio domicilio.
Alleanza Cattolica
Milano, 26 marzo 2020