DON CAMILLO E I GIOVANI D’OGGI (recensione a cura di David Taglieri)

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Oggi abbiamo deciso di occuparci della penna, del genio e della creatività di Giovannino Guareschi, delle vaste pianure del centro-nord italiano, dell’incorreggibile Don Camillo e del cocciuto Peppone.

Don Camillo ed i giovani d’oggi è l’ultima parentesi di racconti del Mondo Piccolo di Guareschi, pubblicata nel 1969. Nel 1996 la casa editrice Rizzoli ha curato una nuova edizione del libro con il titolo voluto dall’autore: “Don Camillo e don Chichì”.

La lettura dei testi è piacevolissima e scorre con semplicità, visto il linguaggio fluido dell’autore che racconta episodi che sembrano talmente reali da apparire familiari. Il tutto è poi condito dalla consueta ironia del narratore, che ci descrive con un’allegria particolare, che non nasconde una certa profondità, i rapporti burrascosi, amichevoli, competitivi e combattuti fra il sacerdote e l’uomo impegnato nella politica locale e nazionale.

In mezzo c’è un pezzo di Italia che sembra essere tinteggiato, descritto e riflesso in un dipinto, che presenta una penisola spaccata sul modo di vedere, concepire, leggere ed interpretare i fatti. Al di là di tutto quello che è stato detto sulla trasposizione cinematografica in più puntate dei libri, sicuramente leggere i libri e vedere i film di questa storia tutta italiana ci fa assaporare il clima del periodo descritto, e ci dà la possibilità di accarezzare i luoghi che hanno contribuito a far crescere questo paese.

In Don Camillo ed i giovani di oggi i due amici-nemici hanno molte problematiche legate alla vita quotidiana, che si intrecciano, alimentando degli straordinari sipari fra i contendenti dove non mancano humor e battute taglienti.

Don Camillo deve aiutare la nipotina Cat, contestatrice e testa calda, a ritrovare la strada perduta delle buone maniere; il vescovo lo mette in difficoltà perché Don Camillo resta un duro e puro del pre-concilio, rustico nei modi ma estremamente determinato nella conservazione di abitudini e tradizioni.

Orgoglio e senso di forte dignità lo caratterizzano nell’affrontare la vicinanza del giovane parroco Don Francesco, convinto progressista, da Don Camillo ribattezzato in maniera dispregiativa Don Chichì, che tenta invece di indottrinarlo sulle nuove acquisizioni del Concilio Vaticano secondo.

Peppone intanto se la deve vedere con i “compagni” che lo considerano un imborghesito, solo perché ha iniziato a dedicarsi alla vendita degli elettrodomestici al posto del lavoro dell’officina, ruolo più proletario.

Intanto il figlio capellone lo fa disperare, e Don Camillo e Peppone devono confrontarsi con le nuove generazioni che a tratti rappresentano uno specchio della loro gioventù, fatta di impulsività, creatività, sogni passioni ed aspettative.

Da un’altra parte questi giovani appaiono loro tanto distanti ed incomprensibili; in tale contesto l’incontro fra il capellone e la giovane Cat farà avvicinare nuovamente il prete ed il compagno, che come sempre dopo tante litigate si ritrovano, in amicizia, a gareggiare e a chiacchierare in bicicletta sui percorsi padani e su quelli della vita.

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