Sarebbe interessante analizzare antropologicamente, geograficamente e politicamente, con le chiavi della storia e le lenti della scienza politica, il caso di regioni rosse – ma per certi versi tradizionaliste – come l’Emilia e la Toscana, per comprendere come in determinati momenti nonostante la forza dei partiti, dei sindacati e dell’associazionismo, scatti un meccanismo di repulsione verso credenze radicate e connesse allo scorrere degli anni. Pensiamo soprattutto quando nel mondo left odierno, tanto distante dal sociale, alla domanda “perchè voti ancora a sinistra se da quelle parti non si parla più di operai e di periferie”, la risposta si sostanzia nella classica frase: “è una tradizione di famiglia”.
Domande sociologiche a parte, il dato più rilevante dell’ultimo bilancio elettorale è costituito dalla città di Ferrara: qui dopo 74 anni il pianeta decisionale si sposta a destra.
Pd ed alleati si aggiudicano Prato e Reggio Emilia, ma cedono Forlì e Vercelli. Matteo Salvini si definisce soddisfatto per la vittoria leghista: da questi ballottaggi Salvini esce vittorioso in 7 comuni capoluogo.
La realtà urbana che fa più scalpore è senza alcun dubbio Ferrara, gioiello d’arte, che stavolta passa alla ribalta per la vittoria di Alan Fabbri, leader di un centrodestra oramai a trazione leghista. Anche a Forlì eccellente risultato, dopo 50 anni di sinistra ha vinto Gianluca Zattini.
Il centrodestra conquista dunque anche Vercelli con Andrea Corsaro e Biella dove è stato eletto Claudio Corradino. Si conferma a Foggia con Franco Landella e ad Ascoli con Marco Fioravanti.
A Firenze il vice-Renzi Nardella resta a Palazzo Vecchio con oltre il 57 per cento delle preferenze. Purtroppo la città del rinascimento, del talento e del genio non riesce ad uscire dalla morsa della sinistra. Forse la formula Dc più Pc uguale Pd accontenta molti; l’imprenditore Ubaldo Bocci non è riuscito nell’impresa ferrarese.
Intanto si sono conclusi gli scrutini anche per le amministrative in Sardegna. Conquista Cagliari il candidato di centrodestra Paolo Truzzo, raggiungendo il 50,12%. Ma la candidata di centrosinistra, Francesca Ghirra, si ribella e chiede di ricontare i voti.
A Sassari Mariano Brianda (34,05%) candidato del centrosinistra, e Nanni Campus (30,54%), ex parlamentare di Forza Italia e An con alla base tutta una serie di liste civiche a sostenerlo, andranno al ballottaggio il prossimo 30 giugno.
Ad Alghero il nuovo primo cittadino si chiama Mario Conoci, del Partito sardo d’azione. Sostenuto dal centrodestra, con il 53,1% ha sconfitto Mario Bruno del centrosinistra, che si è assestato al 31,9%.
L’unico che finge di non accorgersi della realtà è Zingaretti, che da nuovo segretario dem crede di aver rimesso i remi in barca, dopo pochi giorni di segreteria: i risultati però continuano ad essere scarsi…
Insomma c’è da essere soddisfatti – dopo le europee – anche del risultato di queste amministrative, pensando a quanto male hanno fatto le amministrazioni comunali di sinistra, specialmente al centro-nord: gender nelle materne e primarie; patrocini e sponsorizzazioni ai gay pride; finanziamenti per “educare” all’aborto e alla pillola del giorno dopo, convenzioni vessatorie per la scuola cattolica…