Il 2009 si apre con prospettive sempre
più preoccupanti per il rispetto dei diritti
umani nei paesi dell’estremo oriente,
dove si assiste ad una recrudescenza
da parte dei regimi dittatoriali nell’attività di repressione, il
cui obiettivo sono le minoranza etniche, quelle
religiose ed in generale i militanti per l’affermazione dei
diritti di libertà. Il caso più eclatant e r esta la Cina, con
la ferita aperta del Tibet, dove, accanto alla feroce
repressione, è in corso un’opera di trasferimento forzato
di popolazioni di etnia Han, che ha lo scopo
di annullare la componente tibetana e con essa
la sua cultura millenaria pervasa di tolleranza e
non violenza. Non meno drammatica, anche se
misconosciuta, è la repressione nei confronti
degli Uiguri, una minoranza di religione musulmana,
che vive nel Turkestan orientale e che, come i tibetani,
chiede non l’indipendenza ma almeno un’autonomia
nell’ambito della repubblica cinese, in cui siano garantiti
i fondamentali diritti di libertà politica e religiosa.
Un altro fronte caldo è il Vietnam, in cui a patire, oltre alle
minoranze cristiane – in particolare i Montagnards –,
sono anche le popolazioni di etnia Kmer krom, profughi
cambogiani, di religione bud dista.
Nel Laos, la medesima sorte è riservata a coloro i
quali chiedono libertà e diritti civili, e tra questi
alcune minoranze etniche e religiose, come i Lao-Hmong,
cui viene imputato di avere avuto dei parenti nell’armata
reale durante la guerra del Vietnam.
La lista dei paesi in cui vengono conculcati libertà e
diritti umani è purtroppo lunga ed include ancora la Corea
del Nord e il Myamar, per cui è auspicabile che in primo
luogo l’Unione Europea, non solo potenza economica
ma anche politica, eserciti la sua forza di persuasione
affinché siano fatti valere i principi di libertà e di
democrazia, e siano affermati i diritti civili individuali,
ad iniziare da quello di professare liberamente
il proprio credo religioso.
Avv. Giuseppe Napoli