EUROPA: AMMAINA… BANDIERA ROSSA (L’Ora del Salento, 19 aprile 2008, pag.11)

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OSSERVATORIO GEOPOLITICO

 

bandiera_rossa.jpg Le elezioni italiane hanno fornito risultati suscettibili di diverse valutazioni. Fra le tante, vale la pena di soffermarsi su un dato apparentemente secondario, ma degno di qualche riflessione. L’affermazione della dimensione bipolare del voto ha portato alla scomparsa delle formazioni minori. Ha rischiato di sparire definitivamente dall’emiciclo parlamentare l’Udc di Casini. E’ sicuramente scomparsa del tutto la sinistra arcobaleno (comunisti italiani, rifondazione comunista …). Ma questo dato, che ha certamente la sua importanza in ambito nazionale, è suscettibile di una lettura più ampia, all’interno del vasto quadro europeo.

Le recenti elezioni spagnole hanno sancito una vittoria striminzita per Zapatero (poco più di tre punti percentuali sul diretto avversario del Partito Popolare), tanto che il premier socialista è dovuto ricorrere all’appoggio esterno dei partiti regionalisti spagnoli per costituire la sua maggioranza. Ma soprattutto Zapatero ha vinto perché ha assorbito, quasi sino ad estinguerlo, il serbatoio elettorale dell’estrema sinistra, così che ai comunisti spagnoli di Izquierda Unida sono andati appena tre seggi alle Cortes.

E’ quanto si è ripetuto, più o meno con le medesime modalità, qui in Italia. Se si considera che in Francia già da tempo le formazioni dichiaratamente comuniste sono fuori dall’agone parlamentare (anche i comunisti francesi alle elezioni del 2007 non hanno superato la soglia del 4%), ci si può chiedere se la vecchia sinistra massim alista non sia davvero giunta al termine della propria corsa.

Certo, molti suoi autorevoli rappresentanti oggi si ripropongono in chiave “socialista” (Spagna e Francia) o “democratica” (Italia); ma di tempo ne è passato da quando i tre partiti dichiaratamente comunisti più grandi dell’Europa Occidentale – francese, italiano e spagnolo – mettevano in seria apprensione anche autorevoli statisti di oltre Oceano … Erano i ruggenti anni ’70, e l’ascesa politica del marxismo, nelle sue diverse espressioni politiche, sembrava inarrestabile e coincidente con la strada del progresso irreversibile. Adesso, quelli che con falce e martello pretendevano di parlare a nome delle masse proletarie, sono snobbati dai popoli di tutt’Europa, oramai superati dalle ragioni della storia e dalla ragione tout court.

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