FRANCESCO COSSIGA: MEGLIO LE ESCORT DELLA RU486

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In una lettera aperta al Prof. Vito Mancuso, l’ex Presidente della Repubblica Francesco Cossiga espone sul quotidiano “Il Tempo” di giovedì 6 agosto alcune verità pesanti come macigni, che con piacere riportiamo per stralci. Presupposto di tale intervento sono gli strali che il Prof. Mancuso, ex prete nonché docente di Teologia moderna e contemporanea presso la Facoltà di filosofia dell’Università San Raffaele di Milano, ha lanciato contro i privati comportamenti sessuali del nostro Presidente del Consiglio. E contro certi ambienti della curia romana, che sarebbero – a suo dire – troppo sensibili ad intervenire contro la RU486 piuttosto che contro l'”immorale” Cavaliere. Il Professore di Teologia si inserisce così di buon diritto nella lunga fila inaugurata dagli intrepidi giornalisti del gruppo Repubblica-L’Espresso, in quello che è ormai diventato uno sport largamente praticato a livello nazionale ed anche europeo (tanto non si perde niente e si acquista in visibilità mediatica. Ma poi, come si fa a dire che Berlusconi controlla i mezzi di informazione ? Booh…).

Ecco dunque alcuni passi dell’intervento del Senatore Cossiga.

“…Le devo dire innanzitutto che come uomo, anche se “piccolo uomo” della gloriosa Prima Repubblica, sono attonito dalla campagna politica messa in atto a motivo di comportamenti sessuali di leader politici da quotidiani, gazzette e foglietti italiani e stranieri: mai a un comunista o a un democratico cristiano sarebbe venuto in mente di andare a rimestare tra le lenzuola di un avversario politico; e a dire il vero non poco ci sarebbe stato da dire – parlo da ex-ministro dell’interno! – di affaire sessuali, omo o etero-, sia nell’uno che nell’altro schieramento. Ma ritorno al tema principale: mi sembra del tutto chiaro che la Chiesa non possa che condannare più duramente chi si fa difensore e pugnatore di infanticidi di massa di chi va … “a escort” ! Anche perché, come diceva un mio santo vescovo, il sesto e il nono comandamento, pur nella loro “gravità mortale”, vengono pur sempre dopo il quinto, quello che condanna l’omicidio: e vi sarà pure un motivo se Iddio onnipotente ha posto in quest’ordine i Suoi comandamenti nel consegnarli a Mosè. Certo, so bene come non pochi cattolici, sia laici che presbiteri, vescovi e cardinali, più o meno colti, la pensino su aborto, su eutanasia, su nozze civili di sposati validamente che poi abbiano divorziato, sulle nozze tra non eterosessuali, sulla confessione auricolare e su molte altre cos e, in modo divergente quando non collidente con gli insegnamenti ufficiali della Chiesa. E fanno ciò appellandosi al primato della loro coscienza che ritengono li abiliti a obiettare a questi insegnamenti…”

Il Senatore Cossiga, ammettendo di non rientrare nel novero dei “cattolici adulti” che discettano e pontificano su tutto e su tutti, manifesta come il suo punto di riferimento sia il magistero pontificio: “… Perciò mi tengo ben ancorato alla Dichiarazione sull’aborto procurato, alla Dichiarazione circa alcune questioni di etica sessuale, alla Dichiarazione sulla cura pastorale delle persone omosessuali, alla Dichiarazione su alcuni aspetti dell’impegno dei cattolici in politica e altri documenti , istruzioni, “Motu propri” e lettere del Vescovo di Roma e Capo della Chiesa cui appartengo… E quindi io, da cattolico, ad un premier fedele alla moglie, che vada regolarmente a messa, che baci l’anello a qualunque vescovo o abate che incontri, ma che nulla faccia o addirittura appoggi i matrimoni tra non eterosessuali, l’infanticidio di massa, l’eutanasia e così via, preferisco un premier che vada “a escort”, ma si impegni non solo a difesa dei principi propri della dottrina morale della Chiesa, ma anche dell’etica e del diritto naturale oltre che di altre chiese e comunità cristiane, ebraiche e musulmane. Certo, preferirei avere un premier come Sir Thomas More o come Alcide De Gasperi: ma non mi sembrano più essere i tempi…”.

Firmato Francesco Cossiga.

Sia pure indegnamente, mi arrogo il diritto di sottoscrivere in calce questa lettera aperta. Così come mi arrogo il diritto di sottoscrivere le parole del Vescovo di San Marino, Mons. Luigi Negri: «Secondo la più autentica tradizione della Chiesa, mille incoerenze etiche non distruggono né il benessere, nè la libertà del popolo, invece un attacco violento contro la sacralità della vita, questo sì è un evento che devasta la nostra vita sociale».

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