Mentre il “mondo” rievoca il poeta, noi ne ricordiamo l’uomo pubblico…
Uno dei rapporti più controversi dello scrittore è stato quello con il dittatore cubano Fidel Castro. Ha scritto in proposito la giornalista di “Formiche” Rossana Miranda: «García Márquez conobbe il guerrigliero cubano a L’Avana a gennaio del 1959, pochi giorni dopo il trionfo della Rivoluzione. Quello stesso anno cominciò a lavorare come corrispondente dalla Colombia nell’agenzia Prensa Latina del nuovo governo cubano. Amico intimo o semplicemente curioso della psicologia del leader, certo è che García Márquez ha sempre voluto essere vicino al potere. Secondo l’amico Plinio Apuleyo Mendoza, Castro e García Márquez erano amici […]. Il Gabo non ha mai militato in nessun partito anche se ne ha sostenuto diversi. A Caracas, per esempio, quando gli è stato conferito il premio letterario Rómulo Gallegos per il romanzo Cent’anni di solitudine, García Márquez donò i 100 mila dollari del riconoscimento al partito venezuelano Movimento al Socialismo (Mas) dell’amico Teodoro Petkoff: “Perché non è possibile che il Mas abbia meno”, aveva detto, in riferimento alle risorse economiche dell’organizzazione politica» (Segreti e passioni politiche di Gabriel García Márquez, in Formiche.net, 18-4-2014).