GESU’, IL SALVATORE (L’Ora del Salento, 1° maggio 2010, pag. 11)

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224908Don Nicola Bux, sacerdote dell’arcidiocesi di Bari, professore di teologia orientale, perito sinodale e consultore di varie Congregazioni pontificie (per la Dottrina della Fede, per le Cause dei Santi, per le Celebrazioni liturgiche…), scrittore e conferenziere, ha di recente pubblicato per i tipi della Cantagalli “Gesù, il Salvatore. Luoghi e tempi della sua venuta nella storia”.

Il volume (Siena, dicembre 2009, pagg. 142), corredato da molte fotografie, è un bellissimo cammino per le strade della Palestina di Gesù, ripercorrendo i vangeli dell’infanzia. E’ un pellegrinaggio nei luoghi del mistero dell’Incarnazione, in cui don Nicola Bux acc ompagna il lettore forte della sua straordinaria conoscenza dei posti e delle tradizioni. Qui il professore di teologia orientale lascia spazio all’archeologia e alla storia, nella consapevolezza che “Ebraismo e cristianesimo sono religioni storiche – non mitiche – e in esse la prima caratteristica del segno è quella di essere di carattere storico” (pag. 102).

Il libro si articola in sei capitoli. Nel primo (L’origine di Gesù Cristo) viene ripercorsa la nascita e l’infanzia di Maria, attingendo ai Vangeli canonici e a quelli apocrifi.

Nel secondo (Egli salverà il suo popolo) è illustrato l’annuncio dell’angelo a Maria e il sogno di Giuseppe; nel terzo (La preparazione dell’avvento del Salvatore) l’Autore ricorda la visita di Maria ad Elisabetta e la nascita e il martirio di Giovanni Battista; nel quarto (Non temete: è nato il Salvatore) don Nicola Bux evoca il Natale del Signore a Betlemme soffermandosi sui precisi e concordanti riferimenti storici che accompagnano la narrazione evangelica. Il quinto capitolo (I miei occhi hanno mirato il Salvatore) tratta dell’adorazione dei Magi e della circoncisione del Bambino; nel sesto (Il ritorno a Nazareth) l’Autore si sofferma sulla vita “nascosta” di Gesù accanto a San Giuseppe e a Maria.

Il percorso teologico, come dicevamo, si accompagna a quello storico, facendo leva soprattutto sui rinvenimenti archeologici che sono quanto mai abbondanti in ognuno dei siti menzionati dai vangeli. La storia sovviene anche con le opere di scrittori (non necessariamente cristiani) e di padri della Chiesa. Particolarmente importanti risultano taluni scritti del II e del III secolo (quando la religione cattolica era ancora oggetto di persecuzione). Veniamo così a sapere, per esempio, che alcuni letterati del II secolo, come Giulio l’Africano ed Egesippo, raccontano che malgrado l’ordine di Erode di distruggere gli alberi genealogici, molti erano riusciti a conservarne memoria, tanto che nel II secolo si sapeva – ancora con precisione – chi fossero nella zona di Nazareth i familiari di Gesù.

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