GIUSTIZIA: UN’ALTRA RAGIONE PER RIFORMARLA (di Alfredo Mantovano)

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La Corte Costituzionale è chiamata a verificare la compatibilità delle scelte legislative ordinarie del Parlamento con la legge fondamentale del la Repubblica. Non le compete invece di esercitare quella discrezionalità che rinvia all’ opzione politica del legislatore.

Con la sentenza del 12 maggio 2011 la Corte non nega in assoluto il carcere come sola misura cautelare, tant’è che la ammette per reati di mafia. Boccia invece la scelta fatta dal Parlamento due anni fa di rendere il carcere obbligatorio per l’omicidio. In sintesi, se vengo imputato per concorso esterno in associazione mafiosa non ho alternativa alle sbarre, se mi sono invece “limitato” ad ammazzare una persona posso restare nel salotto di casa.

Se vi erano dunque ancora dubbi sulla necessità di una riforma della giustizia e della Consulta, questa sentenza li fuga completamente.   

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