GLI ILLUMINATI E IL PRIORATO DI SION

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Il nuovo libro di Massimo Introvigne (Gli Illuminati e il Priorato di Sion, Ed. PIEMME, 2005, pagg.214, euro 12,90) si inserisce in un panorama letterario oramai inflazionato da un’offerta straordinariamente vasta di volumi che trattano il tema del Santo Gral e del “grande complotto”. Temi resi popolari in tutto il mondo da Dan Brown, con le oltre 20 milioni di copie vendute.
La novità di quest’ultim a f atica del Direttore del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) rispetto alle opere di altri teologi e saggisti, che da subito hanno individuato le innumerevoli falsità storiche proposte dallo scrittore americano, consiste nel condurre il lettore direttamente alle radici delle fonti utilizzate da Dan Brown. Se nel più celebre Il Codice da Vinci il protagonista ” esot erico” è l’organizzazione che si autodefinisce “Priorato di Sion”, in Angeli e Demoni (pubblicato nel 2000 senza la medesima fortuna del Codice da Vinci) sono gli “Illuminati di Baviera” a fare da mattatori della penombra.
Il volume di Massimo Introvigne svolge quindi un’indagine serrata e approfondita, in due separati capitoli, su tali gruppi iniziatici; completano l’opera un’introduzione e le considerazioni conclusive.
In sede di premessa l’Autore aggiunge qualche riflessione alle argomentazioni di quei teologi che già hanno smontato la pretesa veridicità storica di cui pure le opere di Dan Brown si ammantano (vedasi nello specifico la pagina 9 del Codice da Vinci, almeno nelle edizioni in cui detta pagina non sia stata riprodotta completamente in bianco). Così Introvigne ci ricorda, per esempio, che il canone evangelico definitivo della Chiesa cattolica (che accoglie i vangeli divinamente ispirati separandoli da quelli apocrifi) precede di oltre un secolo l’impero di Costantino, figura questa che secondo la vulgata presentata da Dan Brown sarebbe stata determinante nell’opera di nascondimento dei vangeli gnostici. Tali vangeli avrebbero svelato la vera natura – puramente umana – di Gesù Cristo e della discendenza da Lui avuta tramite la moglie Maria Maddalena.
Ancora. Non esiste alcuna dimostrazione che Leonardo da Vinci fosse a conoscenza di un simile mistero, mentre i più grandi esperti della sua opera pittorica stentano ad individuare una figura femminile nell’Ultima Cena. E anche se ciò fosse vero, perchè mai quella figura femminile dovrebbe essere proprio la Maddalena? Come provarlo?
Nel primo capitolo, Gli Illumminati, Introvigne ricorda come l’alone di mistero che Dan Brown costruisce nel suo “Angeli e Demoni” ha in realtà ben poca ragion d’essere, visto che le ricerche storiche condotte sull’organizzazione degli Illuminati sono da tempo concluse, così che di essi, quanto meno in ambito specialistico, si sa praticamente tutto.
Si trattava di un gruppo esoterico, con risvolti massonici e magici, tutto sommato di modeste dimensioni, le cui origini vanno individuate nella seconda metà del 1700, nella Baviera cattolica. Con alterne vicende, con poche centinaia di associati, l’organizzazione è giunta fino al xx secolo, occupandosi di rituali gnostici, di magia sessuale e di evocazione degli spiriti. Quindi nè Galileo Galilei (1564-1642) nè Gian Lorenzo Bernini (1598-1680) potevano farne parte con il ruolo di “gran maestri” esoterici, come vorrebbe Dan Brown, per salvare la scienza dal presunto oscurantismo pontificio e cattolico.
Nel secondo capitolo Introvigne tratteggia la torbida figura di Pierre Plantard (che nel 1992 ha conosciuto di persona), un francese costantemente squattrinato, un po’ sognatore un po’ imbroglione, nato nel 1920 e morto nel 2000.Alla sua affannosa attività politica ed esoterica si deve la costituzione di vari gruppi pseudo-cavallereschi, di alcuni dei quali ha fatto parte soltanto lui, la madre e pochissimi altri: Union Francaise, Renovation Nationale Francaise, Alpha Galates. Finalmente nel 1956 costituisce il Priorato di Sion, uno dei tanti ordini iniziatici, fra l’altro di scarsissima rilevanza, fondati nel XX secolo. Una decina di anni dopo, da un miscuglio di leggende relative a presunti tesori nascosti, alcune delle quali alimentate dallo stesso Pierre Plantard e dai suoi soci, nascono Les dossiers secrets, delle pergamene assolutamente artefatte, compilate nel 1967 e regalate, in forma di opuscolo, alla Biblioteca Nazionale di Parigi. Tali falsi sono spacciati da Dan Brown, nella citata pagina 9, come antichi ed autentici, nonostante che ormai da anni tutti gli Autori ne abbiano ampiamente confessato la contraffazione.
Fu comunque a partire dall’incastro di quei falsi documenti (legittimità a regnare dei Merovingi e Plantard loro diretto successore) con le tesi esoteriche e gnostiche sostenute da Robert Ambelain, che l’attore Henry Lincoln nel suo libro The Holy Blood and the Holy Grail ipotizzò nel 1982 la discendenza segreta dei Merovingi – e dunque di Plantard – da Gesù e da Maria Maddalena. Si scatenò così un perverso effetto a catena, sia letterario che cinematografico, che porterà alla costruzione romanzesca del filone del Santo Gral alias “Sangue reale” (che scorrerebbe nei discendenti di Maria Maddalena), di cui Dan Brown rappresenta l’ultimo epigono di successo. Un successo che non mancherà di costargli la denuncia per plagio da parte degli Autori di The Holy Blood and the Holy Grail.
Al di là del genere letterario prescelto – un thriller cui si sposa la teoria del grande complotto universale – resta comunque da chiedersi il perchè di tanta fortuna.
Massimo Introvigne indica la risposta nelle conclusioni del suo libro: la gente ha voglia, ha bisogno di credere in concezioni che siano realtivamente semplici. Il dato sociologico sottostante, infatti, è che nell’Occidente contemporaneo la maggioranza delle persone si dichiara credente (con evidente calo dell’ateismo e dell’agnosticismo). E tuttavia la maggioranza di queste persone, spesso per una precisa volontà di disimpegno o per semplice pigrizia, non entra in contatto con una chiesa, nè con quelle tradizionali nè con quelle dei nuovi movimenti religiosi. La situazione si sintetizza con la formula della sociologa americana Grace Davie: “Believing without belonging“, e cioè “credere senza appartenere”. Per cui, dice Introvigne ” Brown rassicura i suoi lettori confermandoli nell’idea secondo cui credere che ci siano più cose in Cielo e in Terra – e nella storia – è più che legittimo ed anche politicamente corretto. Ma soprattutto li tranquillizza, e toglie loro ogni senso di colpa quanto al “non appartenere” : le chiese non vanno frequentate perchè la Chiesa è un’istituzione fondata storicamente sulla mistificazione, sulla violenza e sull’inganno. L’offerta di Brown incontra così una vasta domanda che viene dal mondo del “believing without belonging” “.
Chi resta intrigato dai grandi complotti universali, ovviamente privi di dimostrazioni e riscontri scientifici, è invece invitato a riflettere sul reale “micro-complotto” in atto contro la Chiesa cattolica. Basti pensare a quali reazioni si sarebbero avute nei media se i romanzi di Dan Brown avessero avuto come protagonista in negativo non la Chiesa cattolica ma, per esempio, la variegata realtà buddhista o ebraica In effetti, come ci ricorda Introvigne citando lo storico e sociologo americano Philip Jenkins, oggi l’anti-cattolicesimo resta “l’ultimo pregiudizio accettabile“.

Roberto Cavallo(Il Corriere del Sud, n°20/2005, 15-30 dicembre 2005, pag.29)

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