Nella galassia conservatrice americana Woods si sente idealmente vicino a Russel Kirk (1918-1994), Richard Weaver (1910-1963) e Robert Nisbet (1913-1996), per i quali – sia pure con diverse sfumature – lo statalismo e il laicismo militante sono due volti dello stesso nemico dell’ordine americano.
“The Politically Incorrect Guide to American History” esce nella traduzione italiana (Guida politicamente scorretta alla storia degli Stati Uniti d’America) nel 2011 pubblicato da D’Ettoris Editori (Crotone, pagg. 346, euro 24,90).
L’approccio di Woods alla storia americana è provocatorio e brillante. L’opera, spiega lo stesso autore nella prefazione, intende essere un’introduzione ad alcuni degli aspetti più controversi della storia americana – dalle origini coloniali fino all’era Clinton – quasi sempre presentati con lenti ideologiche deformate e deformanti. Si potrà, allora, scoprire quanto gli ideali della guerra di indipendenza americana fossero lontani da quelli della Rivoluzione in Francia del 1789; che la cosiddetta “guerra di secessione” non fu combattuta solo e principalmente per abolire la schiavitù; che le politiche assistenziali del New Deal e lo strapotere dei sindacati peggiorarono gli effetti della Grande Depressione; che l’infiltrazione comunista nelle stanze di Washington ai tempi del vituperato senatore McCarthy era reale; che la politica e la personalità di alcuni tra i presidenti più amati dall’establishment liberal – Abraham Lincoln, Franklin D. Roosvelt o John F. Kennedy – furono tutt’altro che esenti da ambiguità.
Come per altre Guide politicamente scorrette, al testo sono affiancati riquadri che ne vivacizzano la lettura: suggerimenti bibliografici, citazioni sorprendenti – soprattutto di parte “avversa” –, e incursioni nel bizzarro mondo del politicamente corretto.
Un’occasione anche per aggiornare i nostri programmi scolastici che abbondano di melassa retorica sulla Rivoluzione Francese