I LAICI TESTIMONI DEL RISORTO

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Poco più di 13 anni fa, il 29 aprile 1993, festa liturgica di S. Caterina da Siena Patrona d’Italia, l’amato Cardinale Salvatore De Giorgi, allora Arcivescovo emerito di Taranto e Presidente della Commissione episcopale per il laicato, firmava l’introduzione alla Nota Pastorale sulle Aggregazioni laicali nella Chiesa.

Quella nota veniva a 4 anni di distanza dalla pubblicazione della Esortazione apostolica post-sinodale Christifideles Laici, che Giovanni Paolo II volle scrivere sulla missione e sulla vocazione dei laici nella Chiesa e nel mondo.

Si tratta davvero di due pietre miliari: un piccolo grande bagaglio di sapienza teologica utile tanto per i fedeli laici quanto per i Pastori, cui in comunione con il Santo Padre spetta il dovere della vigilanza e del discernimento.

Proprio la su richiamata Nota pastorale riporta i cinque criteri, espressamente indicati dalla Christifideles Laici, che consentono di riconoscere l’ecclesialità di un’associazione e/o di un movimento laicale: 1) il primato dato alla vocazione di ogni cristiano alla santità; 2) la responsabilità di confessare la fede cattolica; 3) la testimonianza di una comunione salda e convinta; 4) la conformità e la partecipazione al fine apostolico della Chiesa; 5) l’impegno di una presenza nella società umana, alla luce della dottrina sociale.

Il primo criterio è dunque rappresentato dalla santità personale. A poco servirebbe l’operato di un’aggregazione laicale, anche con tutto il suo impegno nel sociale, se non divenisse strumento di santità per i propri aderenti: “Le diverse aggregazioni, proponendosi di contribuire efficacemente alla vitalità della Chiesa, ricordino che i santi e le sante sono sempre stati fonti e origine di rinnovamento nelle più difficili circostanze in tutta la storia della Chiesa. Oggi abbiamo grandissimo bisogno di santi, che dobbiamo implorare da Dio con assiduità” ( Nota pastorale sulle Aggregazioni laicali, Ed. Paoline, Collana Magistero, n°200, pag. 38).

Ma se la chiamata alla santità è universale e coinvolge quindi in modo immediato i laici, come vivere in pienezza la propria vocazione ? Come fare ad essere fedeli al proprio carisma ?

Ce lo spiega la medesima Nota proseguendo nell’illustrazione e nel commento della Christifideles Laici: ” Da qui la necessità di valorizzare in ogni aggregazione la lectio divina, la direzione spirituale e i momenti forti dello spirito (esercizi, ritiri, giornate di spiritualità) per la continua revisione di vita, di vivere la centralità dell’Eucarestia e di favorire il ricorso frequente al sacramento della Riconciliazione” (pag.39).

Una vita spirituale seria ed intensa, per quanto poveri e miserabili noi possiamo essere e per quanto differenti siano i nostri carismi, ci consentirà quindi di gustare le ricchezze del Risorto, che ha vinto ogni povertà ed infermità, compresa la stessa morte, che, oggi più che mai, tanto ci spaventa.

Soltanto col Risorto nel cuore e santi della sua santità, gli aderenti alle aggregazioni laicali e al cammino diverranno credibili testimoni nelle realtà difficili di questo mondo, ” in un momento di forte tensioni sociali, di profonda lacerazione del tessuto civile e culturale, di crescente laicismo, ma anche di immense povertà culturali e di profonde trasformazioni civili ” (Omelia di S.E. Mons. Cosmo Francesco Ruppi in occasione dell’apertura dell’Anno Eucaristico Diocesano, 3 novembre 2005, in: Bollettino diocesano, 1-2006, pag.65).

Preghiera a Gesù risorto

Signore Gesù, vincitore del la morte e risorto glorioso, donami la grazia di credere e la forza di affidarti la mia vita.

Fa che la luce della tua Pasqua illumini il mio cammino.

Amen.

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