I SOVRANISTI D’EUROPA (recensione a cura di David Taglieri)

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Con l’elezione di  Ursula von der Leyen a presidente della Commissione europea, si chiude il periodo elettorale che per mesi ha animato il dibattito e la competizione sul ruolo delle istituzioni dell’U.E.. Gian Micalessin ha scritto un libro su coloro che oggi sono all’opposizione: i sovranisti d’Europa.

Miscelassin è un inviato di guerra che ha conosciuto direttamente e sulla propria pelle le contraddizioni, le narrazioni e la realtà legate alla miseria e ai campi di battaglia.

Anche come oratore mette bene in luce le proprie capacità e spesso ad Atreiu, la festa tradizionale del partito della Meloni e della destra conservatrice e sociale, ha evidenziato le doti di scrittore capace di trasporre sulle fotografie della mente le emozioni, le difficoltà ed il sacrificio di coloro che si sono battuti sul campo ed hanno sentito da molto vicino il rumore delle bombe e degli spari.

Esperto di politica estera, scrive per il Giornale dal 1988 e conosce bene le dinamiche che animano il quadro europeo.

I Sovranisti d’Europa (Edizioni il Giornale “fuori dal coro”) costituisce la sua più recente fatica letteraria che enuclea lo stato dell’arte dell’Europa degli Stati; dall’altra parte l’Europa federale e iper-burocratica, in balia delle sue contraddizioni e del suo retaggio. L’interrogativo sviscerato da Micalessin in questo libro (scritto alla vigilia delle elezioni europee dello scorso maggio) si incentra nella volontà di comprendere e capire le cause della nascita dell’Europa sovranista e delle contestuali teorie euroscettiche, che vorrebbero stigmatizzare la burocrazia e la finanza continentale per ripensare un’Europa delle Patrie, sicuramente più contigua alla dimensione umana e naturale.

Un viaggio a ritroso, quanto mai attuale in un momento come quello che ci riguarda, che ha ormai sorpassato l’appuntamento elettorale europeo.

Un viaggio che eleva a principi cardine le prerogative essenziali delle persone, con una cronistoria dei principali partiti europei che portano in alto il vessillo nazionale, non solo in chiave di protesta e ribellione, ma con la speranza di contare il giusto di fronte agli obblighi di matrice europeista.

Micalessin sintetizza al meglio il sentimento dell’appartenenza a valori condivisi, che non per forza debbano andare a distruggere e a scomporre la struttura istituzionale europea, ma possono ripensarla sulla base delle sue tradizioni greco-romane e cristiane. Sarebbe un esercizio per creare un ponte fra economia ed etica.

Interessante l’analisi sulla Lega che oramai a trazione nazionale, ha rappresentato per molti partiti sovranisti una fonte di ispirazione; collocata a destra, in Italia è in grado di individuare un terreno comune sulla sicurezza con Fratelli di Italia.

Insomma un piccolo manuale-quaderno molto utile per orientarsi nel pianeta dei sovranismi, variegato ed interessante.

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