IL NETWORK DELLA SORVEGLIANZA

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Ilda Boccassini, procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano

Riportiamo di seguito un estratto tratto dal libro L’uso politico della giustizia (Oscar Mondadori, 2006) dell’On.le Fabrizio Cicchitto (PdL): “La sinistra italiana, adottando la linea giustizialista d’intesa con mezzi di comunicazione e gruppi finanziari, dà il suo contributo a costruire uno Stato e una società fondati sul principio che Michel Foucault ha sintetizzato nell’espressione “sorvegliare e punire” a proposito del sistema carcerario.

E’ stato dato il via libera a un invasivo “network della sorveglianza” in cui c’è una sorta di Grande Fratello che sovrintende alle intercettazioni, un network che paradossalmente si innesta su tutte le libertà, e sulle stesse trasgressioni –la libertà di parola, la libertà sessuale, la libera intrapresa economica e di organizzazione sociale- per alcuni aspetti accentuate e rilanciate proprio dalla componente libertaria, libertina, liberale del Sessantotto, che per parte sua ha avuto anche altri esiti assai inquietanti. E’ il paradosso di una sinistra prima stalinista, poi trasgressivo-estremista, adesso “reazionaria” e mai riformista. Orbene questo network della sorveglianza, della repressione, della violazione sistematica del segreto istruttorio, spia, criminalizza, registra tutte le manifestazioni dell’individualismo cresciuto in vario modo (…). Quel “network” passa surrettiziamente ai media le comunicazioni più imbarazzanti e più morbose. A quel punto il gioco è fatto. Si afferma così il network della sorveglianza e anche dello sputtanamento personale che alimenta a sua volta una comunità di voyeur e di moralisti da quattro soldi. Al netto delle vite e delle famiglie così devastate viene poi anche scodellata la “sentenza anticipata”, il mostro viene sbattuto in prima pagina, distrutto come immagine, nei rapporti familiari, nella rispettabilità. Non parliamo poi dell’eventuale ruolo e del prestigio politico delle persone investite da questo bombardamento mediatico.

Se questa operazione viene ripetuta per dieci, cento, mille casi nella stessa direzione politica può addirittura provocare la distruzione di una forza politica (…) Ogni giorno il “mostro mediatico-giudiziario” vuole avere uno scalpo e riuscirebbe certamente a ottenerlo se non ci fossero forze politiche e culturali che da tempo resistono fra mille attacchi e tentativi di delegittimazione morale e culturale…

Il principio della sentenza anticipata fu teorizzato da Saverio Borrelli in un’intervista a Bernardo Valli. In sostanza Borrelli così la descriveva: “Quello che conta è l’avviso di garanzia, l’eventuale custodia cautelare, il rilancio fatto dai giornali di tutto ciò; a quel punto la sentenza è fatta”. Se poi dieci anni dopo l’imputato viene assolto, quello resta un fatto privato. Non bisogna mai dimenticare che a Milano c’era una perfetta sinergia tra il pool dei magistrati e il pool dei cronisti giudiziari che lavoravano praticamente assieme in una comunità politica che produceva i fatti che abbiamo conosciuto. Questo è il retroterra che sta alle nostre spalle...”

 

 

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