Osama Bin Laden, come si ricorderà, fu catturato dagli Americani in Pakistan all’interno di una casa ben protetta da un alto muro. Sempre in Pakistan, in un ospedale, è morto per cause naturali – probabilmente una polmonite – il Mullah Omar, indiscusso capo dei Talebani afghani.
Nella città pakistana di Quetta i Talebani, recentemente riuniti a congresso, hanno eletto il successore di Omar: il Mullah Akhtar Mansour.
E’ allora normale – solo gli Occidentali preferiscono non vedere – che Ashraf Ghani, Presidente dell’Afghanistan, sbotti e punti senza indugio il dito contro il Pakistan, accusandolo di offrire santuari e sostegno logistico ai Talebani: “Gli ultimi giorni ci hanno dimostrato come in Pakistan siano attivi proprio come prima i campi di addestramento per attentatori suicidi e le officine per la produzione di bombe che uccidono il nostro popolo… Noi speravamo nella pace, ma dal Pakistan stiamo ricevendo messaggi di guerra.” (cfr.: Kabul punta il dito contro Islamabad, in: L’Osservatore Romano, mercoledì 12 agosto 2015, , pag. 3).