IL VANGELO NELLE AMERICHE. DALLA BARBARIE ALLA CIVILTA’

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americheIl cosiddetto Nuovo Mondo, all’arrivo dei conquistadores spagnoli, era una sorta di paradiso terrestre? Sono attendibili le denunce storiche mosse dal grande accusatore Bartolomeo de las Casas? Gli Indios vennero massacrati e maltrattati dai cattolici come avvenne nel caso degli Indiani d’America per mano dei protestanti? I Sovrani cattolici (in particolar modo Isabella di Castiglia) e la stessa Chiesa dell’epoca, si disinteressarono della sorte di quelle genti, travolte da una Conquista ingiusta e spogliatrice? Le encomiendas servirono all’asservimento degli indigeni o alla loro protezione? Jean Dumont, ricercatore di fama mondiale, smonta larga parte delle accuse contenute nella famigerata “leggenda nera” antispagnola ed anticattolica e sfata il mito che il nuovo mondo fosse, all’arrivo dei conquistadores, una terra di pace, amore e prosperità: basti pensare che alla vigilia della scoperta, nel 1487, gli Aztechi sacrificarono ventimila prigionieri in occasione dell’inaugurazione di un nuovo tempio. Ricorda come sia stato proprio Cortés, superata la prima fase della Conquista, a promuovere la protezione degli indios e che le cause del primo regresso demografico delle popolazioni indigene non sono imputabili a massacri indiscriminati o a maltrattamenti, ma ai virus del morbillo e del vaiolo, di cui gli europei erano portatori sani e di cui gli indios non possedevano gli anticorpi; se vi furono uccisioni o maltrattamenti (isolati), questi furono prontamente repressi a fronte delle denunce della Chiesa cattolica e per iniziativa dei Sovrani spagnoli, autori di una rigorosa legislazione a tutela degli indigeni (meno fortunati furono i nativi del nord America, identificati come il diavolo dai protestanti). Una “bella lezione di storia” è dunque quella di Dumont, che sapientemente illustra una meravigliosa pagina del cristianesimo di cui i cattolici dovrebbero tornare a sentirsi fieri.

 

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