IMMIGRAZIONE, L’OBBLIGO DI DISCERNERE

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imagesDi fronte al grande problema dei grandi flussi migratori la cosa principale da fare, secondo la nostra opinione, sarebbe quella di studiarne le cause – nel modo più dettagliato possibile – e assumere decisioni culturali prima ancora che politiche adeguate  all’origine del problema. Andiamo al concreto. E’ evidente che da Paesi come Eritrea e Siria – ma anche Nigeria, tanto per fare un esempio – il flusso migratorio è dettato dal grave stato di violazione dei diritti umani e dalla guerra in corso.

Già diversi anni fa dalle pagine virtuali di questo sito avvisavamo, sostenendo anche un vivace contraddittorio con chi dipingeva l’Eritrea come un mezzo paradiso, che il Paese governato dal dittatore Isaias Afewerki era allo stremo: non tanto della miseria, ma della logica guerrafondaia del suo Presidente che in funzione anti-etiopica (Paese a maggioranza cristiano) strappava i ragazzi dalle case per tenerli in trincea, per anni. Logico allora che i giovani eritrei appena possono tentano la fuga da un Paese che, fra l’altro, perseguitava i missionari che portano aiuti e istruzione alla popolazione (probabilmente continua a farlo anche adesso). Ebbene cosa fa la comunità internazionale, quella europea e italiana in particolare, per denunciare la logica militarista del Presidente Isaias? Nulla.

Ancora: in Africa è in atto un grande progetto jihadista, che dalla Somalia alla Nigeria tenta di spingere i Cristiani sempre più a sud, colpendoli in Nazioni finora cristiane o comunque multi-religiose come il Kenya, la Repubblica Centroafricana, il Camerun, la stessa Nigeria.

Al Shabaab ad Est e Boko Haran ad ovest conquistano le menti, i cuori e i villaggi a suon di bombe umane e di attentati, senza scrupoli e senza trovare troppi ostacoli. Per ammissione degli stessi vertici nigeriani (Presidente musulmano) le forze armate nigeriane non reggono il confronto – per armi ed equipaggiamenti – con i guerriglieri islamisti di Boko Haran. Ciò significa che i massacri si ripeteranno senza fine, finché tutti i Cristiani non siano messi in fuga…

Agli amici della Lega Nord ci permettiamo di suggerire di tenere presenti queste distinzioni, perché non tutti gli immigrati sono da accogliere, ma non tutti gli immigrati sono da respingere. Qualche senegalese o pachistano, per esempio, la cui unica motivazione è economica, se non quella peggiore di andare ad ingrossare le già affollate moschee europee, potrebbe giustamente trovare la strada del ritorno… Ma soprattutto bisogna affrontare la vera radice del problema: l’Islam invadente (e invasore). Se l’unico criterio per dire si o no all’emigrazione è solo quello economico, l’Occidente, o quel che ne resta, non risolverà nessun problema, perché le cause prime sono sociologiche, culturali, religiose. Gli immigrati non sono tutti uguali. Anzi…

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