INDIA E NEPAL: IL RITORNO DI MAO (L’Ora del Salento, 13 settembre 2008, pag. 11)

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OSSERVATORIO GEO-POLITICO

a cura di Roberto Cavallo

 

Il Primo Ministro indiano Manmohan Singh già nel 2006 dichiarava che i gruppi rivoluzionari maoisti rappresentavano per l’India “la maggiore singola minaccia alla stabilità interna dell’India e alla cultura democratica”.

Duramente colpito all’inizio degli anni ’70, il movimento maoista del subcontinente indiano è sopravvissuto in modo sotterraneo, come un fiume carsico, senza però essere mai definitivamente sradicato.

Con il progredire delle liberalizzazioni, nella nuova economia mondiale globalizzata, il maoismo ha sfruttato le più evidenti contraddizioni del capitalismo per cavalcare la tigre dell’insurrezione contadina e della guerriglia armata. Naxaliti è il nome con cui vengono chiamati i ribelli maoisti in India. Diffusi soprattutto negli Stati dell’Andra Pradesh e del Chhattisgarh, i Naxaliti sono accreditati di un esercito di circa 10-15 mila uomini riuniti nel People’s Liberation Guerrilla Army, espressione militare del Partito comunista indiano.

Attualmente controllano zone rurali ed ampie aree di foresta in diversi distretti, compiendo attentati contro caserme di polizia e singoli uomini politici dei partiti maggiormente rappresentativi. In effetti, “…il movimento naxalita è ormai attivo nel 40 % del territorio indiano e influenza il 35% della popolazione complessiva; esso dispone inoltre di un efficiente apparato logistico e di una intelligence che, a quanto pare, raggiunge i vertici dello Stato indiano.” (L’Asia nel “grande gioco”, a cura di Michelguglielmo Torri, Ed. Guerini e Associati, 2008, Milano, pag. 158).

I Naxaliti si ispirano all e t eorie di Mao Zedong sulla rivoluzione rurale e sulla lunga marcia dalle campagne verso la capitale.

Dopo il suo ultimo congresso clandestino, il partito maoista ha esplicitato l’obiettivo primario di focalizzare le azioni di lotta contro le cosiddette SEZ (Special Economic Zones), le aree in cui dal 2005 lo Stato indiano concede vantaggi fiscali e di altro genere per favorire la costruzione di nuovi impianti industriali.

Nel confinante Nepal, stretto fra India e Cina ai piedi dell’Himalaya, i maoisti hanno invece già raccolto un enorme successo. Hanno abbattuto la monarchia che durava da 238 anni. Nel 1996 avvenne la prima rivolta maoista, che diede avvio ad una guerriglia che in dieci anni si calcola abbia fatto almeno 13mila morti. Il re Gyanendra nel 2005 fu costretto a trattare con i maoisti e ad accettare le elezioni e il cambio della costituzione. I maoisti entrarono così per la prima volta nel governo del paese. Ma ciò non bastò. Gli ex ribelli il 10 apr ile 2008 hanno vinto con ampio margine le nuove elezioni, su cui pesava la minaccia della guerriglia armata. Il nuovo leader Prachanda ha rimosso il re Gyanendra dal trono: adesso i maoisti governano in modo assoluto, dopo aver proclamato, il 28 maggio 2008, la Repubblica Federale Democratica del Nepal.

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