OSSERVATORIO GEO-POLITICO (a cura di Roberto Cavallo)
Nel corso del suo recente viaggio in Brasile Benedetto XVI ha messo in guardia contro la deriva autoritaria
che sembra montare in America Latina. Nessun riferimento specifico. Ma Massimo Introvigne, autorevole sociologo
delle religioni e opininista de “Il Giornale”, lega quelle parole all’involuzione democratica in atto specialmente in Venezuela. Dal 1998, anno in cui l’attuale Presidente Hugo Chavez vinse le elezioni, è stato un susseguirsi di mini-golpe elettorali al limite dell’ortodossia costituzionale. L’opposizione ha accusato la Commissione elettorale
nazionale di essere composta da uomini fedelissimi di Chavez; ha accusato la società Smartmatic, che ha gestito
il voto elettronico, di aver completamente manipolato i risultati; ha protestato per le indebite pressioni
esercitate su tutti i dipendenti pubblici, con la conseguente velata minaccia di licenziamento per quanti fossero stati
individuati, tramite il voto elettronico, a non votare “bene”.
Il Presidente, inoltre, in questi ultimi anni ha concesso la cittadinanza , e dunque il voto, ai guerriglieri
marxisti che dalla vicina Colombia sconfinanio in Venezuela. Anche elementi legati alle organizzazioni del
narco-traffico trovano facile sistemazione nel Paese, con il risultato che il tasso di criminalità e di violenza
per le strade è cresciuto a dismisura. Sui mass media, infine,vige un pesante controllo ideologico.
Proprio di recente RCTV, uno dei principali canali televisivi del paese, accusato di essere contro il governo,
è stato privato della necessaria concessione (che di fatto è un atto dovuto) e dovrà sospendere le sue trasmissioni.
Il quotidiano di Caracas El Universal è stato portato in tribunale per aver criticato la politicizzazione dei
magistrati e del sistema giudiziario in generale.
L’opposizione sociale, rappresentata dalle organizzazioni degli imprenditori e dei lavoratori, e dalla Chiesa
cattolica, è stata molto determinata fino al 2002; ma oggi sembra impotente e sfiduciata.
