IPER-ATTIVISMO DI UN PRESIDENTE (L’Ora del Salento, 27 ottobre 2007, pag.11)

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OSSERVATORIO GEO-POLITICO
(a cura di Roberto Cavallo)

Alla fine di settembre, dopo aver parlato alla sessione inaugurale delle Nazioni Unite, il presidente iraniano Ahmadinejad prima di tornare in patria ha visitato Venezuela, Nicaragua e Bolivia, esaltando i concetti di “fronte comune” e di “affinità ideologica” con i govern

i di tali Paesi. Il presidente venezuelano Hugo Chavez e quello iraniano Ahmadinejad già in passato avevano avuto degli incontri durante i quali hanno più volte annunciato la formazione di un fronte progressista unico da contrapporre all’imperialismo americano. Si sono accordati per promuovere progetti che approfondiscano quegli aspetti di affinità ideologica tra la sinistra, in particolare quella latino-americana, e l’Islam rivoluzionario. Non a caso, in concomitanza con il suo viaggio nel continente americano, gli iraniani e le controparti latino-americane hanno organizzato una conferenza tenuta all’Università di Teheran, per sancire una sintesi tra le ideologie terzomondiste e il khomeinismo: il tutto nel 40° anniversario della morte di Ernesto Che Guevara.
Terminato l’omaggio al Che (ma i figli di Guevara, intervenuti in qualità di relatori al simposio di Teheran, hanno avuto non poche difficoltà nel difendere dinanzi ai mullah la figura atea e materialista dell’illustre genitore!), il presidente Ahmadinejad a metà ottobre ha ricevuto quello russo, Vladimir Putin. La stampa iraniana ha commentato con toni trionfalistici “…la grande vittoria contro l’occidente” ottenuta dall’Iran: il presidente russo ha infatti garantito tutto l’enorme peso della Russia a copertura dei disegni nucleari di Teheran. Ha quindi assicurato: protezione in sede Onu contro il pacchetto di sanzioni proposte da Usa e Francia; continuità negli aiuti in tecnologia nucleare (Putin ha chiarito che la attuale sospensione russa alla realizzazione dei siti nucleari iraniani è dovuta più a motivi tecnico-contrattuali che non politici); la formazione di un cartello globale del gas e del petrolio.
Andato via Putin, Ahmadinejad ha accettato le dimissioni di Ali Larijani, capo negoziatore con ONU ed UE per il programma nucleare, sostituendolo con Said Jalili, considerato un “falco”, ancora più vicino alle sue posizioni massimaliste ed intransigenti.

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