LA CHIESA, MAESTRA DI SAPIENZA

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La Chiesa degli inizi era composta, per lo più da gente del popolo, da persone semplici e senza cultura. «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli » (Lc 10,21); « Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili » (1Cor 1,26). Tuttavia, tra i convertiti della prima ora, tra i “discepoli del regno dei cieli” c’era anche degli scribi, degli esperti della legge, dei profondi conoscitori delle Scritture. Il Signore li esorta a fare bene il loro mestiere di esperti, cioè ad insegnare ai loro fratelli più ignoranti a mettere d’accordo l’antico con il nuovo e il nuovo con l’antico. La tentazione era duplice: ricondurre tutto il nuovo all’antico o accettare il nuovo disprezzando l’antico. La prima fu la tentazione in cui caddero i giudaizzanti e contro cui lottò con tutte le sue forze uno scriba della scuola di Gamaliele, divenuto improvvisamente e miracolosamente discepolo del regno dei cieli, un tale di nome Shaúl (Paolo)… Ma ci fu anche la tentazione di quelli che buttarono via tra le cose irrimediabilmente passate, tra le inutili e dannose “anticaglie”, tutto l’antico Testamento (Marcione).

Come facciamo noi oggi a non cadere in questi stessi errori, diversi nelle forme ma identici nella sostanza?

Accogliendo umilmente l’insegnamento della Chiesa che è «colonna e sostegno della verità » (1Tim 3,15), non solo quando “definisce”, minacciando di cacciar fuori chi non obbedisce, ma anche quando insegna in modo ordinario. Il discepolo “docile”, cioè insegnabile, non è quello che continua a contestare costringendo l’insegnante a urlare e a minacciare, ma quello che accoglie con attenzione l’insegnamento, facendo anche delle domande in modo umile e rispettoso.

L’insegnamento della Chiesa è quello che i figli della Chiesa considerano “normale”. Attenzione però: “normalenon è quello che fanno tutti, ma quello che è “secondo la norma”. La Chiesa non copia i regimi umani; come non è mai stata una monarchia assoluta, così oggi non è diventata una democrazia a maggioranza puramente numerica…

Amiamo la Chiesa nostra madre che attraverso le vicissitudini della storia continua ad annunciarci « Gesù […] lo stesso ieri oggi e per sempre » (Eb 13,8)! Il concetto di progresso è essenziale per il Cristianesimo e il Cattolicesimo. Il mito del Progresso di stampo illuminista è la contraffazione e la secolarizzazione di una idea cristiana. C’è un assioma fondamentale della vita spirituale che dice: « in vita christiana non progredi est retrogadi [nella vita cristiana non progredire vuol dire regredire] ». Questo assioma però vale per tutti gli aspetti della vita cristiana, anche per la vita sociale, quindi per tutta la vita della Chiesa.

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