LA DIVINA MISERICORDIA (di Marco Invernizzi)

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Suor Faustina Kowalska

Due grandi feste ci attendono dopo le celebrazioni della settimana santa. La Pasqua è la festa centrale della fede cristiana: “… Se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede” scrive San Paolo nella prima lettera ai Corinzi (15,17). Ma un’altra grande festa ci aspetta la domenica successiva, la prima domenica dopo Pasqua, che il beato Giovanni Paolo II ha dedicato alla divina misericordia.

Credere nella misericordia di Dio di per sé non è una novità. Tutta la Sacra Scrittura, in particolare i Salmi, è piena di riferimenti al Dio misericordioso che accompagna la storia di Israele e che si manifesta in particolare in Gesù. Che cosa c’è di più misericordioso dell’Incarnazione?

Tuttavia è particolarmente nei nostri tempi che si sente un particolare bisogno della divina misericordia. Il nostro è il tempo del trionfo della morte e del peccato, conseguenze della guerra contro la Chiesa, come scriveva Plinio Correa de Oliveira in un saggio del 1951 pubblicato su “Cristianità” nel 1978. Mai come nel XX secolo si sono viste le conseguenze disastrose dell’abbandono di Dio.

Eppure, proprio in questi frangenti drammatici si può osservare meglio la Provvidenza di Dio che opera nella storia. Nella Polonia degli anni Trenta vive una sconosciuta suora polacca che viene scelta da Dio per portare nel mondo la devozione della divina misericordia. Suor Faustina Kowalska muore a soli 33 anni nel 1938. Il suo Diario è un’opera straordinaria che descrive il rapporto mistico fra un’anima e il Signore che le affida un compito universale, nonostante la sua piccolezza. Un anno dopo la sua morte, nel 1939, si consuma il patto diabolico di alleanza fra i due totalitarismi di Hitler e di Stalin, che si annettono la Polonia, il cui Stato cessa letteralmente di esistere. Pochi giorni dopo inizia la Seconda guerra mondiale. Il buio sembra scendere su tutta l’umanità.

Invece Dio interviene per porre un limite al male, opponendo al male che dilaga la forza della sua misericordia, per fare conoscere la quale suscita una giovane suora, un direttore spirituale che la capisce e la accompagna -il beato Michele Sopocko (1888-1975)-, un sacerdote che prega abitualmente sulla sua tomba a Cracovia, città della quale diventerà arcivescovo e dalla quale arriverà a Roma, nel 1978, per quel conclave in cui il cardinal Karol Wojtyla diventerà Papa Giovanni Paolo II.

Da arcivescovo di Cracovia, Wojtyla si era impegnato per liberare la devozione alla divina misericordia dai sospetti del Sant’Uffizio, mentre da Pontefice le dedicherà la seconda enciclica, Dives in misericordia, nel 1980. Nell’enciclica non nomina mai suor Faustina, ma espone la dottrina della misericordia e la sua particolare opportunità per l’uomo moderno, che disprezza la misericordia o non la ritiene necessaria perché confuso dal suo sogno gnostico di guadagnare la felicità attraverso la tecnica e la scienza e di poter così fare a meno di Dio. Scopo della dottrina della misericordia è proprio la conversione di questo uomo, “sazio e disperato” per usare le parole del card. Giacomo Biffi, e quindi profondamente infelice. Conversione nel senso di cambiare direzione, andando verso Dio e accogliendo la Sua misericordia, che si manifesta in modo particolare nel sacramento della riconciliazione.

L’enciclica veniva promulgata prima della caduta del Muro di Berlino, ma la sua opportunità si sarebbe manifestata ancor di più dopo il 1989, quando il mondo occidentale si lascia alle spalle l’incubo del comunismo, ma comincia a sperimentare l’insidia del relativismo che penetra e corrompe sempre più la mentalità e il costume degli uomini.

Così, in questa nuova fase del pontificato, Giovanni Paolo II “porta” Faustina agli altari nel 2000 e istituisce la festa liturgica della divina misericordia, appunto la prima domenica dopo la Pasqua: una tappa della nuova evangelizzazione!

La diffusione della devozione alla divina misericordia, infatti, è ormai diventata un movimento importante di quel più grande fenomeno che il Magistero pontificio chiama nuova evangelizzazione.

Esso consta di diversi aspetti, spirituale e culturale, perché in sostanza consiste nel cercare di mettere l’uomo contemporaneo in relazione con l’amore di Dio.

Buona pasqua a tutti!

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