LA FORMAZIONE DELLA CRISTIANITA’ OCCIDENTALE

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Ve lo immaginate il Presidente della Repubblica che non so lo invita alla sua tavola barboni e mendicanti, ma che gli lava pure i piedi?

Beh, nel Medio Evo questa cosa poteva succedere almeno una volta all’anno: il giovedì santo. La cerimonia della lavanda dei piedi si ripeteva non solo nelle chiese, ma anche in molti palazzi reali d’Europa…

Racconta tale usanza – tutta permeata di spirito cristiano – lo storico inglese Henry Cristopher Dawson (1889-1970) nel suo libro “La formazione della Cristianità Occidentale” (D’Ettoris Editori, 2009, Crotone, pagg. 351).

Dawson, che studiò ad Oxford e si convertì al cattolicesimo nel 1914, intraprendendo una difficile carriera di storico indipendente, narra che i poveri e i diseredati nel Medio Evo erano tenuti in gran considerazione. La figura di San Francesco e tutta la sua opera – diffusissima nel giro di pochi anni – trovano collocazione in tale cornice culturale. Così alcuni dei consiglieri e dei ministri del re san Luigi IX furono francescani.  L’influenza del movimento francescano si fece molto sentire nella società medievale, e non solo presso le corti e nelle campagne. L’ideale di fraternità cristiana e di democrazia animò in particolare le città, che andavano ripopolandosi dopo le invasioni barbariche dell’ alto Medio Evo.

“Nel secolo XIII” – scrive Dawson – “l’influenza dei frati era omnipervasiva, riguardava ogni livello della società e della cultura…Proprio nelle città l’influenza dei frati fu più importante, giacché lo spirito delle nuove istituzioni religiose era particolarmente adatto ai bisogni della nuova società cittadina e delle nuove classi sociali.” (pag. 257)

Principio fondante del Comune medievale era il giuramento, per mezzo del quale tutti si promettevano reciproco aiuto: una sorta di contratto sociale che dava alla città medievale un carattere autenticamente democratico, un po’ come accadeva nelle polis della Grecia classica: “La città medievale era infatti essenzialmente una comunità di uomini liberi, e, qualunque fosse l’origine di un uomo,  egli diveniva libero dopo aver vissuto un anno all’interno delle sue mura.” (pag. 257).

Quando gli uomini di ogni classe, ispirati dal nuovo spirito comunale, iniziarono a formare associazioni, confraternite e corporazioni, queste avevano nella religione  il loro fondamento. Così che è difficile tracciare una linea di demarcazione fra le funzioni religiose e quel le economiche. A G allipoli, per esempio, ancora fino al XIX secolo operavano moltissime confraternite – ognuna con la propria chiesa lungo i bastioni di fronte al mare – che oltre a svolgere funzioni prettamente religiose assolvevano a compiti che oggi chiameremmo di previdenza e assistenza sociale. Ognuna con il suo santo protettore. 

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