LA GIORNATA PER LA VITA IN UNA PARROCCHIA ITALIANA (di Sara Deodati)

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Dal quotidiano on line “La Croce” del 7 febbraio 2017 (pag. 5) leggiamo e volentieri pubblichiamo: “Perché questa prima domenica di febbraio siamo qui, in una parrocchia romana, per sensibilizzare e raccogliere fondi per la difesa dei bambini, compresi quelli non ancora nati? La Giornata nazionale per la Vita è stata indetta, fin dal 1979, cioè subito dopo l’approvazione della terribile legge sull’aborto (n. 194/1978), dai vescovi italiani.

Tutti gli anni la Conferenza episcopale italiana (CEI) fa precedere questo importante momento di riflessione e promozione, da un Messaggio che, in questa 39ma edizione è “Donne e uomini per la vita nel solco di Santa Teresa di Calcutta”. Scelta quanto mai opportuna, sia perché la piccola-grande suora albanese è stata recentemente canonizzata da Papa Francesco, sia perché uno degli aspetti del suo messaggio che i Centri e Servizi di Aiuto alla Vita (Cav e Sav) sparsi in tutta Italia hanno sempre rilanciato e cercano di vivere nella loro attività quotidiana è lo straordinario discorso pronunciato da Santa Teresa di Calcutta in occasione del ritiro del premio Nobel 1979. «Facciamo che ogni singolo bambino sia desiderato»: questa è una delle citazioni che personalmente più amo, e che rappresentano un titolo del grandioso inno alla vita che ha incarnato in maniera eccelsa il volto, la voce, l’insegnamento e l’opera di Madre Teresa.

Il Centro di Aiuto alla Vita “Roma Palatino”, nel quale da più di sei anni ormai opero come volontaria e vice-presidente, è un’associazione aconfessionale ma d’ispirazione cattolica, federata al Movimento per la Vita italiano. L’attività del nostro Cav, come dei circa 350 operanti al momento nel nostro Paese, è finalizzata ad aiutare le donne alle prese con una gravidanza difficile o indesiderata, oltre che a sostenere le giovani madri in difficoltà economiche al fine di prevenire il ricorso all’aborto (definito ipocritamente “interruzione volontaria di gravidanza”-Ivg).

Ad ogni Cav si rivolgono anche donne che hanno abortito volontariamente e sentono il bisogno di un sostegno per sanare questa lacerante ferita.

Il Cav Palatino opera sul territorio romano dal 2010 e ha già assistito oltre 320 donne sia gestanti che non, aiutando a far nascere 120 bambini e bambine salvati e salvate da aborto certo. All’utenza italiana si aggiungono numerose cittadine dell’Europa dell’Est ed anche “extra-comunitarie” (soprattutto africane). Il Centro offre il calore dell’accoglienza, un consiglio, un aiuto materiale e, soprattutto l’ASCOLTO, ben sapendo che è proprio la solitudine il fattore che per primo spinge una madre a percepire la vita che porta in grembo come una difficoltà insormontabile da eliminare.

Attraverso una rete di medici e professionisti del territorio che collaborano con noi, il Cav sostiene le visite mediche e ginecologiche di donne che spesso vengono già con il certificato per l’aborto in mano. Alle mamme noi forniamo vestitini, lenzuola, pannolini, latte in polvere, carrozzine, ed ogni altra “attrezzatura” che può servire ai bambini.

La scelta a favore della vita nasce sempre da una decisione libera e coraggiosa delle mamme ma è di fondamentale importanza che il Cav garantisca un sostegno economico concreto e costante alle loro necessità.

La Giornata nazionale per la Vita è un momento essenziale per la vita di ogni Centro o Servizio di Aiuto alla Vita, permettendo ai volontari di far conoscere la loro opera e organizzare quella che costituisce la principale raccolta fondi annuale. Il principale utilizzo delle risorse che vengono donate al Cav Palatino Onlus con l’acquisto delle primule o con liberi donativi sono destinate al finanziamento dei vari tipi di Progetti di aiuto economico-materiale che abbiamo in corso o dobbiamo ancora attivare. Parlo di quelli destinati alle donne con gravidanze difficili od a rischio aborto che si rivolgono a noi: dal “Progetto Nascita”, al “Progetto Corredino”, dal “Progetto Latte” al “Progetto Pannolino”. Spendo due parole solo per il primo di questa serie. La scelta a favore della vita nasce infatti sempre da una decisione libera e coraggiosa delle mamme. È però di fondamentale importanza che il Cav garantisca un sostegno economico concreto e costante alle loro necessità. Per questo è nato “Progetto Nascita”, una sorta di adozione a distanza con cui si abbina a una mamma un donatore che versa 100 euro mensili per 12 mesi. Attualmente al Palatino sono sei le donne sostenute da “Progetto Nascita”, mentre due sono arrivate alla fine del percorso. 

Con l’accoglienza e la vicinanza, ma anche tramite questi piccoli-grandi strumenti di aiuto concreto, cerchiamo di mettere in pratica quel “nuovo comandamento per Roma” che Madre Teresa di Calcutta ci ha lasciato: «Promettiamoci che in questa città nessuna donna possa dire di essere stata costretta all’aborto». Queste sono le parole che ci hanno dato la forza e il coraggio di andare avanti in questi primi sei anni di attività, nell’impegno di aiutare tutte le donne in difficoltà che si sono rivolte a noi, senza badare a razza, religione, orientamento sessuale o qualsiasi altro elemento che può caratterizzare una persona che ha bisogno.

In questi primi 6 anni di attività sono state molte le gestanti e le famiglie accolte al Cav, molte di più di quanto ci saremmo mai aspettate! Attraverso un lavoro paziente e discreto, siamo riusciti a fornire loro tutto il necessario. Specie negli ultimi tre anni, siamo riusciti con professionisti e medici del Policlinico Gemelli, ma anche con alcuni operanti in Centri privati, a sviluppare una collaborazione sempre più aperta, che è stata soprattutto alimentata dalla stima per il lavoro e la motivazione dei volontari. 

Proseguiremo anche con quell’iniziativa che rappresenta la fonte principale da cui la maggior parte dei nostri volontari trova la forza per “lavorare” e sacrificarsi per la difesa della vita umana innocente, anch’essa avviata in questo primo anno, vale a dire la “Preghiera per la vita” che si tiene nella Basilica di Sant’Anastasia il terzo giovedì di ogni mese. In tali occasioni, ad esempio, invitiamo tutte le madri che hanno abortito e vogliono guarire da quest’immensa ferita a pregare con noi davanti all’icona di Maria Madre della Vita, collocata nella cappella di adorazione. Preghiamo poi accanto a chi soffre per aver perso un figlio in gravidanza, a chi è in attesa, a chi vuole chiedere il dono dei figli e chi vuole ringraziare per averlo ricevuto.

I volontari di CAV Palatino lavorano nel cuore di Roma, per aiutare le mamme che si trovano in difficoltà a causa di una gravidanza, affinché non rinuncino alla vita che è in loro. Coltiviamo la certezza che anche nella situazione più difficile, ogni bambino che nasce è una possibilità in più che viene data al mondo.

Parallelamente, svolgiamo un’attività di formazione e sensibilizzazione culturale per mettere in pratica quanto Papa Francesco ci sta insegnando, e cioè che «ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente a essere abortito ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo». I volontari di Cav Palatino cercano il volto del Signore proprio lì, tra le mamme e i bambini che rischiano di essere inghiottiti dalla “cultura dello scarto” e di morte che oggi è tristemente dominante. Per questo cerchiamo di aiutare anche con dei colloqui e l’offerta di partecipare a incontri o conferenze pro-life le donne e gli uomini che pensano di poter aiutare nella lotta contro l’aborto oppure ad accogliere la vita che gli è stata donata.

Quello che dalla nostra esperienza emerge prima di tutto è il bisogno di accoglienza e ascolto, per eliminare quella solitudine che è una triste costante in chi arriva a contemplare la c.d. interruzione volontaria di gravidanza. Poi cerchiamo di utilizzare tutti quei mezzi concreti che possono alleviare le situazioni di bisogno o disagio, con aiuti economici diretti, consulenze legali, mediche o psicologiche. Il tutto è sostenuto esclusivamente dalla generosità di chi vuole sostenerci, dalla “Provvidenza” direbbe chi (come me) è credente e, soprattutto, dal lavoro volontario. Infatti, ordinariamente, nessun Cav o Sav riceve finanziamenti pubblici, statali, regionali o comunali che siano, e questo è paradossale soprattutto per un Paese che sta vivendo un tremendo inverno demografico come il nostro.

Vorrei concludere con una citazione della “Misericordia et misera”, la bellissima lettera apostolica che Papa Francesco ha pubblicato il 21 novembre 2016, nella chiusura del Giubileo straordinario della Misericordia. Come è noto, con questo documento il Pontefice ha concesso che, d’ora innanzi, tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, abbiano la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto. Non più, quindi, solo quelli espressamente “delegati”. E questo non certo perché si sia attenuata la gravità morale di questa “scelta” ma, come ha scritto il Santo Padre, perché «l’esperienza della misericordia ci rende capaci di guardare a tutte le difficoltà umane con l’atteggiamento dell’amore di Dio, che non si stanca di accogliere e di accompagnare» (n. 4).”.

 

 

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