LA GRANDE INIMICIZIA (di don Piero Cantoni)

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« Ma il Signore Dio chiamò l’uomo e gli disse: «Dove sei?». Rispose: “Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto”. Riprese: “Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?”. Rispose l’uomo: “La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato”. Il Signore Dio disse alla donna: “Che hai fatto?”. Rispose la donna: “Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato”. Allora il Signore Dio disse al serpente: “Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno”. Alla donna disse: “Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ed egli ti dominerà”. All’uomo disse: “Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato: “Non devi mangiarne”, maledetto il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba dei campi. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché non ritornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai!”. L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi. Il Signore Dio fece all’uomo e a sua moglie tuniche di pelli e li vestì. Poi il Signore Dio disse: “Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi quanto alla conoscenza del bene e del male. Che ora egli non stenda la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva per sempre!”. Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da cui era stato tratto. Scacciò l’uomo e pose a oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada guizzante, per custodire la via all’albero della vita » (Gn 3,9-24).
La storia della salvezza rivela immediatamente il suo carattere drammatico. Al centro sta una inimicizia e, strettamente collegata con questa inimicizia, la «Donna». Un mistero di iniquità è all’opera (cfr. 2 Tess 2,7) accanto al mistero della pietà (1 Tim 3,16).
La parola ebraica che è tradotta con “inimicizia” non significa una inimicizia qualunque, ma una inimicizia «abituale, implacabile e profonda, di quelle che non si soddisfano se non con lo spargimento di sangue (Nm 35,21-22; Ez 25,15; 35,5)» (Félix Asensio, S.J., Génesis, in Juan Leal, S.J. (a c. di), La Sagrada Escritura, vol I,  Madrid: B.A.C., 1967, p. 51).

«Si intende il fenomeno in cui una inimicizia non si dà solo in una determinata situazione, ma diventa una situazione stabile, un po’ come una istituzione» (Claus Westermann, Genesis, 1. Teilband. Genesis 1-11, Neukirchen-Vluyn: Neukirchener Verlag, 1983/3ª ed., p. 353).

L’Apocalisse ci mette davanti agli occhi uno scontro terribile, radicale, cosmico, “apocalittico”... Nello stesso tempo però, paradossalmente, proprio l’Apocalisse è uno scritto di consolazione, perché ci rivela che questa guerra è vinta! È già vinta! Vogliamo parteciparvi con coraggio, determinazione e senza paura?

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