LA RABBIA DEI MEDICI PUGLIESI CONTRO EMILIANO: NO ALLO SFASCIO DELLA SANITA’

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Seicento persone in marcia contro le politiche sanitarie del governo regionale di Michele Emiliano. Medici, operatori del 118, sindacalisti di 14 sigle sindacali provenienti da tutte le province pugliesi si sono ritrovati in piazza a Bari venerdì 10 novembre con striscioni e bandiere. Gli organizzatori del corteo puntavano a raggiungere la cifra di mille partecipanti, ma hanno dovuto fare i conti con il maltempo che ha ridotto l’adesione alla protesta.

Basta con le morti annunciate” era scritto su uno degli striscioni in testa al corteo, che è partito dall’ingresso principale del Policlinico, si è inoltrato lungo via Salandra e ha terminato la sua marcia in via Capruzzi, fermandosi sotto la sede del Consiglio regionale. E in effetti il tema della mancanza di sicurezza soprattutto fra le guardie mediche e nei pronto soccorso (negli ultimi mesi si sono succeduti casi di attacchi e molestie ai danni dei camici bianchi) era fra i più sentiti. Ma i motivi della protesta erano tanti, a partire dalla stretta alle prescrizioni di farmaci attuata dalla Regione per ridurre la spesa farmaceutica pugliese.

Michele Emiliano rispondi ai cittadini così ci capirai“, hanno gridato in coro i manifestanti chiamando in causa direttamente il governatore, assente perché in viaggio verso Bonn in Germania per partecipare a un convegno sulla de-carbonizzazione. 

Una manifestazione dunque per protestare contro le politiche sanitarie del governo Emiliano che, a detta dei medici, starebbero mortificando la professione e mettendo in difficoltà l’intero sistema, a discapito dei pugliesi.

«Questa protesta – sottolinea Filippo Anelli, segretario regionale della FIMMG – non ha nulla di politico e, pur ringraziando chi ci sostiene, non vogliamo che venga etichettata come di destra o di sinistra. Noi medici vogliamo solamente esprimere il nostro malessere per provvedimenti adottati dalla Regione in maniera autoreferenziale e che tolgono dignità alla nostra professione. Ci stanno trasformando in ragionieri e non va bene, al centro del nostro lavoro c’è e deve esserci solo la tutela e la cura della salute dei nostri pazienti».

Alla manifestazione hanno aderito quasi tutti i principali sindacati: Aaroi, Anaao, Branche a visita e accreditati, Cimo, Cimop, Cisl medici, Fassid, Fesmed, Fimmg, Smi, Sumai, Uil medici, Ussmo e Intesa.

Manca la Cgil che, pur restando critica nei confronti del governo Emiliano, ha deciso di non aderire alla protesta. 

 

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